Israele andrà di nuovo alle urne il prossimo marzo: è la quarta volta in due anni
Ormai è palese: Israele vuole superare l'Italia in un settore cha ha visto il nostro Paese primeggiare per anni a livello mondiale: l'instabilità politica.
Infatti, Israele andrà di nuovo al voto per le elezioni politiche per la quarta volta in due anni. In media, ogni sei mesi, gli israeliani vanno alle urne per votare dei partiti che non riescono però a formare una maggioranza di governo stabile.
L'ultima, in ordine di tempo, si basava sull'accordo tra il Likud di Netanyahu e il Blu Bianco di Gantz.
Il motivo per cui lo Stato ebraico proclamerà nuove elezioni? La mancata approvazione della legge di bilancio.
Alla mezzanotte di martedì la Knesset, il parlamento israeliano, non è stata in grado di votare l'approvazione del bilancio dello Stato e, in base alla legislazione in vigore essendo scaduti i termini per poterlo fare entro l'anno, l'Assemblea è stata sciolta automaticamente.
Quando si terrà il voto per le politiche? Il prossimo 23 marzo.
"Non volevo queste elezioni", ha detto Netanyahu ai giornalisti. "Il Likud non voleva queste elezioni. Abbiamo votato più e più volte contro le elezioni. Sfortunatamente, Benny Gantz ha rinnegato gli accordi che aveva preso", aggiungendo che il suo partito avrebbe vinto senza problemi.
Gantz, di rimando, gli ha dato del bugiardo, accusando Netanyahu di aver voluto le elezioni per rimandare le udienze del processo che lo vede imputato in alcuni casi di corruzione.
Il sostegno al Likud è in calo rispetto al passato, ma è ancora il primo partito in Israele. Blu Bianco, che negli ultimi due turni elettorali aveva gli stessi consensi del partito di Netanyahu adesso è praticamente in rotta, anche a causa della scissione che si è creata al suo interno proprio a seguito della decisione d Gantz di allearsi con il Likud per far partire la legislatura.
Pertanto, la situazione politica in Israele appare alquanto caotica, con le proteste settimanali contro Netanyahu, un processo per corruzione che lo vede imputato e, soprattutto, la reale possibilità che anche dopo le prossime elezioni non vi sarà un risultato che possa risolvere l'attuale instabilità.