Come anticipato, l'incontro tra premier e alcuni dei ministri del governo del cambiamento per discutere della prossima manovra di bilancio si è tenuto venerdì mattina.
Il Ministro Tria ha espresso «soddisfazione per l’accordo sulle linee del quadro programmatico proposte, che confermano la compatibilità tra gli obiettivi di bilancio già illustrati in Parlamento e l’avvio delle riforme contenute nel programma di governo in tema di flat tax e reddito di cittadinanza.»
Anche il premier Giuseppe Conte ha voluto rilasciare una dichiarazione ufficiale, ma molto meno "decisa" rispetto a quella del suo ministro dell'Economia: «Oggi abbiamo deciso la programmazione economico-finanziaria che presenteremo nel prossimo mese di settembre.
Abbiamo operato una ricognizione dei vari progetti di riforma che consentiranno all’Italia di avviare un più robusto e stabile processo di crescita economica e di sviluppo sociale, rendendosi più competitiva sul mercato globale.
Abbiamo esaminato i mutamenti del quadro macro-economico e le condizioni del bilancio a legislazione invariata.»
Al vertice erano presenti anche il sottosegretario alla presidenza del consiglio Giancarlo Giorgetti (Lega), il vicepremier Luigi Di Maio (M5s), il ministro degli Esteri Enzo Moavero Milanesi e quello per gli Affari europei Paolo Savona.
Matteo Salvini, invece, era al mare, in vacanza e a promuovere se stesso e la Lega in quel di Milano Marittima.
Ma come sarebbe andato il vertice, già lo sapeva, visto che lo ha anticipato in una intervista a Sky, escludendo anche possibili sfiducie e confermando che la legge di Bilancio avrebbe incluso i principali cavalli di battaglia del programma delle ultime politiche: "primi passi" sulla flat tax, smontaggio della legge Fornero, stralcio delle cartelle esattoriali.
Adesso toccherà a Tria svelare all'Italia e ai mercati come poter far coincidere i desiderata di Salvini con quelli di Di Maio (reddito di cittadinanza) in una legge di bilancio che deve fare i conti con un'economia in rallentamento e un deficit pubblico in crescita.
Il quesito, in termini concreti, è rappresentato dalle tensioni sullo spread tra Btp e Bund che venerdì è salito fino a 270 punti, per poi attestarsi a 251 a fine giornata.
I dubbi dei mercati restano e sono legati o alle dimissioni di Tria oppure al fatto che il governo vari un bilancio in aperto conflitto con la Commissione Ue, in relazione al rispetto delle norme europee.
Tria, in Parlamento, ha già manifestato l’intenzione di aumentare il deficit del 2019, visto nel Def di aprile allo 0,8% del Pil in termini tendenziali, portandolo nel 2019 all’1,3 o all’1,4%, senza dimenticare che nella maggioranza e nel governo le richieste in tal senso sono molto più ambiziose.
E la presenza al vertice di ieri di Savona, che ha proposto di negoziare con l’Europa margini in bilancio per finanziare 50 miliardi di investimenti pubblici, la dicono lunga in tal senso.