Da una parte Stati Uniti e suoi alleati stanno discutendo su quali sanzioni applicare alla Corea del Nord in risposta alle azioni provocatorie di quel paese in relazione allo sviluppo del suo programma nucleare, ipotizzando anche l'interruzione delle forniture di petrolio, dall'altra funzionari di Pyongyang che minacciano un'ulteriore escalation della crisi nel caso nuove sanzioni venissero approvate.
In questo quadro internazionale sicuramente drammatico, non è però possibile non sottolineare un passaggio di sana comicità da parte del presidente russo Vladimir Putin che a margine del vertice con il presidente sudcoreano Moon Jae-in che si è tenuto mercoledì a Vladivostok ha affermato che non è possibile risolvere la crisi con la Corea del Nord utilizzando solo sanzioni e pressioni... serve il dialogo per arrivare a dei progressi.
Se ad affermarlo fosse stato chiunque altro poteva anche essere considerata un'affermazione credibile, ma se tale affermazione proviene da uno che in Ucraina ha fatto e sta facendo di tutto per perseguire i suoi personali (della Russia) interessi militari, politici ed economici in barba a qualsiasi risoluzione e sanzione delle Nazioni Unite, è naturtale che non faccia sorridere.
In ogni caso, lo stesso Putin ha anche aggiunto che la Russia non riconosce il programma di armamento nucleare della Corea del Nord, che rappresenta una evidente violazione delle risoluzioni del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, annulla il regime di non proliferazione nucleare e crea una minaccia per la sicurezza dell'Asia nordorientale.