Uno dei diritti che hanno fatto la storia dell'Italia.

Il divorzio, ostacolato da sempre dalla Chiesa e dai poteri a essa appoggiati, è  stato e sarà lecito per volere del popolo che 44 anni fa si oppose alla sua abrogazione.

Il 12 e 13 maggio 1974 si è svolto in Italia il primo referendum abrogativo. Votato al tempo della Democrazia Cristiana di Amintore Fanfani, si proponeva di abrogare la legge istitutiva del divorzio (1° dicembre 1970, n. 898 Disciplina dei casi di scioglimento del matrimonio) entrata in vigore nel dicembre del 1970.

La legge è conosciuta come legge Fortuna-Baslini dal nome dei due deputati, Loris Fortuna(socialista) e Antonio Baslini (liberale) primi firmatari delle proposte di legge, che furono abbinate nel corso di un lungo iter di approvazione parlamentare.

L' affluenza fu altissima, 33.023.179 elettori si recarono alle urne, 19.138.300 elettori (59,26%) votarono contro l'abrogazione della legge. I voti favorevoli furono 13.157.558 (40,74%).

Successivamente, la normativa fu modificata varie volte dalle leggi 436/1978 e 74/1987.

In particolare, con quest’ultima si ridussero i tempi necessari per giungere alla sentenza definitiva di divorzio e si diede al giudice la facoltà di pronunciare una sentenza parziale che dichiarasse in tempi brevissimi lo scioglimento definitivo del vincolo ovvero il divorzio, separatamente dalla discussione sulle ulteriori condizioni accessorie dello scioglimento ovvero sulle questioni economiche, l’affidamento dei figli e altro.

In tale modo si volle evitare che vi fossero cause instaurate al solo fine di procrastinare lo scioglimento del vincolo matrimoniale.