Sono 8mila le richieste d'asilo di minorenni pendenti nel nostro Paese, nella maggior parte dei casi di bambini e ragazzi soli e tra i minori non accompagnati attualmente in Italia, 6 su 10 diventeranno maggiorenni nel nuovo anno. Questo è quanto ricorda Save the Children nell'allarme lanciato da Raffaela Milano, direttrice dei Programmi Italia-Europa, in occasione della Giornata internazionale del Migrante:

«Il decreto sicurezza recentemente convertito in legge dal Parlamento può avere un effetto dirompente sul futuro dei minori stranieri non accompagnati che compiranno 18 anni nel 2019 e che prima dell'entrata in vigore del decreto avevano fatto domanda di protezione internazionale.

Una domanda che ora, in prossimità della maggiore età, rischiano di vedersi respinta, come sta già del resto accadendo in alcuni territori, ritrovandosi così privati dell'accoglienza e della protezione che meritano in quanto arrivati da minori, e compromettendo il loro percorso di integrazione nel nostro Paese.»


I minorenni che arrivano da soli in Italia hanno la possibilità di chiedere il permesso di soggiorno per minore età, una speciale tutela loro riservata prevista dalla legislazione italiana.

Attualmente, spiega l'Organizzazione, sono quasi 8.000 le richieste di asilo pendenti avanzate dai minori migranti giunti nel nostro Paese e nella maggior parte dei casi si tratta di bambini e adolescenti soli, senza familiari o adulti di riferimento al loro fianco, che nel 2017 rappresentavano il 65% di tutti i richiedenti asilo di età inferiore ai 18 anni in Italia.

Degli oltre 11.300 minori stranieri non accompagnati presenti attualmente nel nostro Paese, inoltre, quasi 6 su 10 (59,9%) compiranno 18 anni nel corso del 2019, in molti casi – quando non è stato possibile rilevare la loro precisa data di nascita - già dal 1 gennaio.


«Chiediamo con urgenza alle istituzioni - ha proseguito Raffaela Milano - di attivarsi per garantire ai minorenni che hanno avviato la richiesta di protezione internazionale tutte le tutele previste dal nostro ordinamento , per scongiurare il rischio che a 18 anni siano lasciati in balia della loro vulnerabilità e si vanifichi irrimediabilmente il percorso d'inclusione in Italia. Non va trascurato l'impatto che la brusca interruzione dei percorsi di studio e di formazione professionale ai 18 anni e l'attuale situazione di incertezza sta avendo anche sui ragazzi più piccoli, in termini di demotivazione e di scoraggiamento nel seguire un percorso educativo.

Siamo anche estremamente preoccupati per le conseguenze del decreto sicurezza sul destino dei bambini giunti in Italia con le famiglie che hanno avanzato una richiesta di asilo. E' indispensabile assicurare loro la massima protezione e cura, così come previsto dalla Convenzione Onu sui diritti dell'infanzia. Chiediamo che la circolare applicativa del decreto che verrà fornita ai prefetti contenga tutte le misure necessarie a scongiurare il ripetersi di allontanamenti forzati dalle strutture di accoglienza e che sia garantita a tutti i bambini e agli adolescenti e alle loro famiglie una accoglienza dignitosa.


Se, da un lato, nel nostro Paese assistiamo sempre più spesso ad episodi di intolleranza e discriminazione nei confronti dei migranti, dall'altro lato, operando sul campo, vediamo crescere, silenziosamente, tante iniziative di solidarietà e accoglienza di cui la società civile si sta rendendo protagonista. Tra queste, penso all'esperienza dei tanti tutori volontari al fianco dei minori stranieri non accompagnati, alle famiglie che si sono rese disponibili all'accoglienza e all'affido, alle scuole impegnate ogni giorno sulla lotta ad ogni forma di discriminazione e sui diritti umani.

In vista del dibattito sul Global Compact (la cui discussione per l'approvazione o meno da parte dell'Italia prende oggi il via alla Camera) - ha infine concluso Raffaela Milano - non possiamo che fare appello al senso di responsabilità del Parlamento perché l'Italia, paese di transito e di destinazione, non tradisca il proprio spirito di accoglienza e possa giocare un ruolo che le spetta nella condivisione di responsabilità al livello globale.»