Mentre non è chiaro se il Nord Stream riprenderà o meno a funzionare, dopo che Gazprom ha pubblicato una nota in cui afferma di non avere un riscontro documentale sull'avvenuta spedizione dal Canada (dove era in manutenzione) della turbina per la stazione di compressione di Portovaya, è invece chiaro che nel prossimo pacchetto di sanzioni che l'Ue starebbe preparando contro Mosca, difficilmente potrà esserci un embargo sul gas russo.
L'Ungheria, come dichiarato mercoledì dal ministro degli Esteri Peter Szijjarto in conferenza stampa, è contraria ad un embargo sul gas russo. La presa di posizione è stata resa necessaria dopo che alla Commissione Ue è stato suggerito di introdurre sanzioni contro Gazprombank, attraverso la quale vengono effettuati i pagamenti dei Paesi che ricevono gas dalla Russia.
"Diciamo con fermezza - ha dichiarato Szijjarto - che non possiamo sostenere alcuna sanzione che possa includere Gazprom o Gazprombank, perché tale decisione anticiperebbe chiaramente un'interruzione immediata delle forniture di gas. Dipendiamo dal gas russo... quindi è ovvio che non possiamo sostenere decisioni di questo tipo".
Sempre oggi il governo ungherese, tramite il capo gabinetto del premier Orban, Gergely Gulyas, ha dichiarato lo stato di emergenza per il settore energetico, a causa della lunga guerra [in Ucraina] e delle sanzioni di Bruxelles:
"Negli ultimi giorni - ha detto Gulyas - è diventato chiaro che l'Europa molto probabilmente non avrà abbastanza gas per il prossimo inverno. Per fornire energia alle famiglie ungheresi e all'economia del Paese, il governo, come molti altri Paesi, ha dichiarato lo stato di emergenza nel settore energetico e ha adottato un piano d'azione in sette punti, che entrerà in vigore ad agosto".
Il piano del governo includerà misure come l'aumento della produzione interna di gas, l'aumento degli acquisti di gas dall'estero, la limitazione dell'uso del gas a prezzi preferenziali, il divieto temporaneo di esportazione di alcuni tipi di vettori energetici, l'espansione dell'estrazione del carbone, un'accelerazione nel riavviare la centrale di Matra oltre a prolungare la vita della centrale nucleare di Paks costruita secondo le tecnologie sovietiche utilizzando combustibile nucleare russo. Gulyas ha osservato che, adottando queste misure di emergenza, il governo prevede di garantire la normale fornitura di energia nel Paese a prezzi ragionevoli.