Si è svolta questa mattina, all’interno della Biblioteca Militare Centrale di Palazzo Esercito, la presentazione del “CalendEsercito 2024”, intitolato “Per l’Italia sempre!”.Il CalendEsercito 2024 vuole ricordare i fatti d’arme della II Guerra Mondiale per rendere omaggio agli uomini che vi presero parte consapevoli di servire la Patria, sia prima sia dopo l’8 settembre 1943, onorando il Giuramento prestato. Sono stati pertanto selezionati alcuni Ufficiali, Sottufficiali e Soldati, insigniti della Medaglia d’Oro al Valor Militare per atti eroici compiuti dopo l’armistizio e che si sono particolarmente distinti anche nel periodo precedente.L'evento, trasmesso in diretta streaming sui canali web della Forza Armata, ha visto la presenza del Sottosegretario di Stato alla Difesa, Sen. Isabella Rauti che ha evidenziato come “Rievocare e raccontare gli episodi che hanno segnato la storia della nostra Repubblica, vuol dire onorare chi ha combattuto per la Patria; significa ricostruire e tramandare la memoria. E significa anche ricordare la grande sensibilità che l’Esercito italiano dimostra ogni giorno nel mantenere vivo questo patrimonio ideale condiviso. Essere consapevoli della nostra storia, come memoria attiva, è indispensabile per comprendere il presente, per disegnare il futuro e per interpretare al meglio il momento che stiamo vivendo”.Il Generale Serino ha raccontato come la scelta del tema sia dovuta alla volontà di onorare la memoria di chi ha rispettato sempre il giuramento di fedeltà prestato alla Patria: “soldati sempre convinti e consapevoli di quale fosse il loro dovere e quale posizione l’Esercito Italiano dovesse assumere, Italiani che ci hanno preceduto e che hanno combattuto fino ad immolarsi, sempre guidati dalla fedeltà alle istituzioni”. Tra di essi è stato ricordato anche Renato Del Din, attraverso un video messaggio della sorella, Paola, Medaglia d’Oro al Valor Militare che lo scorso 22 agosto ha compiuto 100 anni, per “sottolineare il valore della scelta del giuramento prestato nel rimanere fedele allo Stato e quindi alla Patria”. ...
Quanto riportato in precedenza, è ciò che lo Stato Maggiore dell'esercito ha pubblicato in un comunicato del 10 ottobre dello scorso anno per annunciare il calendario dell'esercito del 2024.
Evidentemente, presentazione, contenuto e motivazioni del calendario sono stati ignorati dai più. Adesso, però, che a inizio anno il calendario ha cominciato a circolare, a molti è sembrata incredibile la sottolineatura in copertina "...prima e dopo l'8 settembre 1943".
Sicuramente, mettendo da parte la (post) camerata Isabella Rauti figlia di Pino Rauti (ritenuto troppo fascista persino dal MSI), le intenzioni di chi ha redatto il calendario erano altre, pensando a quanto accaduto a seguito dell'8 settembre e alle condizioni in cui furono lasciati, a cascata, i vertici dell'esercito, senza ordini e senza direttive, dovendo prendere decisioni che avrebbero impattato anche la vita dei loro soldati. La vicenda della Divisione Acqui a Cefalonia ne è un perfetto esempio.
Però, al tempo del (post) fascismo e di un generale come Vannacci, scrivere in copertina "...prima e dopo l'8 settembre 1943", senza spiegazione alcuna, non poteva non esser interpretato male... da molti. Inoltre, non bisogna neppure escludere che qualcuno non abbia scelto tale slogan volutamente, volendo effettivamente strizzare l'occhio al ventennio e alla Repubblica di Salò.
Così l'Anpi, non appena è venuta a conoscenza del calendario, non poteva che reagire così:
"L'Anpi chiede che venga ritirato il calendario dell'Esercito 2024, anche se ormai purtroppo è già in circolazione". Lo dice all'ANSA il presidente dell'Associazione dei partigiani, Gianfranco Pagliarulo. "Prendiamo atto - aggiunge - che c'è una minoranza filofascista che vuole riscrivere la storia d'Italia". "È inaccettabile - evidenzia Pagliarulo -. Si tratta di un atto che nasconde una doppia operazione politica. Da una parte si vuole rappresentare una continuità istituzionale, quando invece c'è stata una rottura radicale tra il regime fascista e la repubblica antifascista.Ovviamente nessuno dimentica i soldati, anzi. Nessuno dimentica che sono stati mandati allo sbaraglio anche l'8 settembre quando il Re è andato a Brindisi. Una cosa, però, sono i soldati e una cosa è l'istituzione dell'Esercito. Non dobbiamo dimenticare i generali criminali di guerra mai processati, o se processati, mai condannati o se condannati mai andati in galera. Da un altro Iato si mette sullo stesso piano il nuovo esercito italiano con l'esercito di Salò".
Che cosa dobbiamo pensare? Infortunio comunicativo o precisa volontà nel tentativo di voler, gradualmente, far credere agli italiani del 2024 che i fascisti, in fondo, erano brava gente?