L’Afganistan è stato l’ultimo Paese al quale gli Stati Uniti ha propinato per vent’anni una robusta dose di democrazia ma con scarsi risultati infatti il malato non sta reagendo bene. Con la scusa della democrazia, gli USA hanno condotto delle operazioni illegali e lesive della sovranità dei Paesi soprattutto di quelli arretrati ma ricchi di materie prime utili alla sua economia. La destra in Italia combatte l’immigrazione clandestina delle popolazioni medio orientali e soprattutto africane vittime delle pesanti  ingerenze dai paesi occidentali (guerre intestine, colpi di stato, genocidi sottaciuti, fame, distruzioni di ogni genere) finalizzate allo sfruttamento delle loro risorse naturali e al lucroso traffico delle armi inoltre colpevolizzando le vittime pensano di lavarsi la coscienza: se l’Occidente finora ha pensato all’Africa, pagherà un prezzo salatissimo quando l’Africa penserà all’Occidente. Ciò che sta accadendo è solo l’inizio di una catastrofe inimmaginabile.

Alla fine del secondo conflitto mondiale l’Italia subì lo stesso trattamento: passammo da un regime totalitario ad una Repubblica democratica imposta dagli “alleati/occupanti”; i processi contro i fascisti furono celebrati da una magistratura che aveva giurato fedeltà al regime e i cui componenti appartenevano all’alta borghesia per cui non vi fu alcuna effettiva e radicale epurazione per questo i “redivivi” del fascismo oltre a non riconoscere la Costituzione democratica e il Nuovo Patto Sociale in essa contenuta poterono liberamente riciclarsi in parte nei settori più delicati delle istituzioni statali: polizia, carabinieri, forze armate e servizi segreti e dando vita a nuove entità politiche neofasciste come Ordine Nuovo fondato da Pino Rauti ( modello a cui fa riferimento FdI) sciolto nel ’73 e rimpiazzato da Ordine Nero; Avanguardia Nazionale tutte coinvolte nello stragismo. Gli “alleati” americani salvarono dalla fucilazione il nobile Junio Valerio Borghese capo della X MAS un’autentica mina vagante per lo Stato di diritto (tentò un golpe il 7 dicembre del 1970) in quanto consideravano la presenza dei partiti di sinistra nel Parlamento italiano una ben più grave infezione da eliminare.

Nel ’48 il popolo italiano si trovava con una Costituzione democratica avanzata varata da un Parlamento democratico ma purtroppo la reale situazione politica era tutt’altra cosa perché manipolata dagli alleati NATO. Sin dal termine del conflitto nel nostro Paese venne instaurato un “occulto sistema criminale integrato” che si avvaleva dei reduci del partito fascista che operavano militarmente sul territorio nazionale dando inizio ad una lunga e sporca guerra provocando stragi e tentativi di rovesciamento del sistema democratico. Altra valida pedina fu la massoneria, la loggia P2 ha goduto delle più ampie protezioni e potere da parte della CIA: Licio Gelli operò non solo in Italia ma anche in Sudamerica, in particolar modo in Argentina e morì serenamente nella sua villa a cent’anni. Oggi é incontestabile che chi organizza un Rave rischia sei anni di detenzione, chi fa terrorismo e quant’altro vive libero e muore sereno nella propria abitazione.

Questa struttura criminale esordì con la strage di Portella della Ginestra, era il primo maggio del 1947 e già la faccia del potere mostrava i suoi tratti osceni e mai fu chiamato a risponderne davanti alla collettività.  Gli autori materiali della strage furono tutti eliminati: il bandito Giuliano non fu ucciso dalle forze dell’ordine ma da suo cugino Gaspare Pisciotta che fu a sua volta assassinato in carcere con un caffè alla stricnina.   Il copione che viene imposto puntualmente da più di settant’anni è ormai monotono, prevede la “pulizia radicale” delle prove e degli autori materiali dei crimini per impedire l’individuazione dei mandanti. Ad esempio l’eliminazione di tutti i testimoni mi fa venire in mente Ustica, anche in questo caso sono stranamente periti tutti i testimoni che potevano spiegare la dinamica dell’abbattimento del DC9 Itavia. Per le numerose stragi ci sono voluti più di quarant’anni di indagini e processi per individuare e condannare solo alcuni esecutori materiali; alcuni di loro oggi sono addirittura a piede libero. 

Prima dell’entrata in vigore della Costituzione erano stati resi esecutivi i decreti per la riforma agraria che prevedeva l’utilizzo dei terreni lasciati incolti dai latifondisti e qui si inserisce validamente Pio La Torre, politico e sindacalista del PCI. Aveva partecipato attivamente all’occupazione delle terre incolte e alla lotta contro la mafia, attivo come parlamentare e ancor più come Segretario Regionale in Sicilia, promotore di una legge contro la mafia che porta il suo nome.

La Torre fu un uomo di grande valore morale e politico dotato di una intelligenza intuitiva che gli permise di avere una visione realistica della situazione geopolitica mondiale sin dagli anni ’70 per questo fu ucciso il 30 aprile del 1982. 

Aveva condotto battaglie contro lo strapotere delle famiglie dei grandi esattori, contro i grandi gruppi imprenditoriali, grazie all’esperienza e l’impegno sul campo aveva acquisito una lucidità di visione e consapevolezza che superava di gran lunga quella dei vertici del suo partito. Ma gradualmente prendeva coscienza anche del coinvolgimento di componenti del suo partito e scambi sottobanco con gli stessi gruppi che lui combatteva. Per questo fu isolato.  Di fatto la Sicilia era diventata un laboratorio politico di avanguardia degli equilibri nazionali ed internazionali, è in questo contesto che la mafia riesce a partecipare a pieno titolo al “gioco grande del potere” perché garantiva segretezza, logistica e eseguiva il lavoro sporco.

Non era certo l’appartenenza al partito comunista che impediva a Pio La Torre di avere contatti con molti membri di rilievo delle istituzioni come il generale Dalla Chiesa, il Procuratore Rocco Chinnici e altri personaggi “riservati”, fedeli alla Costituzione che gli fornivano informazioni preziose.  Era una persona che si faceva molte domande e le risposte se le andava a cercare attingendo a fonti affidabili. Viene considerato un uomo che nella sua attività politica era guidato da una inconsueta consapevolezza e per questo Pio La Torre rappresentava un ostacolo per quelle operazioni svolte dai servizi segreti che dovevano rimanere assolutamente celati come l’insediamento dell’organizzazione Gladio a Trapani e l’installazione dei missili nucleari a Comiso, così facendo si contrappose apertamente agli interessi americani che avevano eletto la Sicilia come principale centro strategico nel Mediterraneo inoltre spiega la perfetta unione di interessi tra mafia, servizi segreti italiani e americani. Uno dei lavori sporchi eseguito dalla mafia fu l’assassinio di Carlo Palermo che stava conducendo per primo indagini sul traffico di armi. Se la mafia fosse stata esclusa da questa dinamica di potere ad alto livello sarebbe scomparsa da decenni.

Non è casuale che il traffico di armi condotto dai servizi segreti per eludere gli accordi internazionali che vietavano la vendita di armi ad alcuni Paesi partisse da Trapani e che la mafia svolgesse un ruolo attivo. Che la storia continui lo dimostra l’imprendibilità di Matteo Messina Denaro. 

Giovanni Falcone fu ucciso perché come Pio La Torre aveva compreso la dinamica del “gioco grande del potere”. Attribuire ad un interesse esclusivamente mafioso l’esecuzione dei delitti “eccellenti” si commette un grave errore perché si escludono i veri mandanti e si occultano le vere ragioni che risiedono non solo nei palazzi del potere nazionale ma soprattutto internazionale.  I delitti eccellenti del generale Dalla Chiesa, Mattarella, Reina, dei giudici Borsellino, Chinnici, Terranova, giornalisti e degli inquirenti sono stati motivati da interessi ben precisi che risiedono fuori dai confini nazionali come il delitto Moro. 

La sua vita e la sua morte rivestono un ruolo molto importante nella nostra storia attuale, la memoria è fondamentale per concatenare eventi e circostanze apparentemente scollegate tra loro, tale processo alla fine permette di avere un quadro ampio e veritiero della nostra storia collettiva e individuale.

L’omicidio di Pio La Torre libera la nomenclatura del partito comunista da un personaggio scomodo con il quale doveva confrontarsi e tacere per pudore questo permette che il PCI diventi un elemento integrato nel sistema spartitorio degli appalti cui faceva parte Lima e un gruppo referente al sistema del potere mafioso. L’ex Procuratore di Palermo Scarpinato descrive il fenomeno: “Una lenta e progressiva integrazione e normalizzazione del PCI nel sistema di potere del tempo che subisce un’ulteriore accelerazione dopo la morte di Enrico Berlinguer”. 

Un cammino che prosegue spedito fino alla caduta del muro di Berlino, l’ex Procuratore prosegue:  “Il partito ormai in mano alle correnti, le quali portano a compimento il processo di mutazione genetica diviene il partito di riferimento dell’establishment, adottando il modello culturale neoliberista, che si traduce nella sequenza di leggi che, anno dopo anno, hanno smantellato i diritti dei lavoratori, precarizzato il lavoro”. La conoscenza dei fatti fa comprendere “quanto venga da lontano e quali siano le radici dello smarrimento di identità culturale della sinistra del nostro Paese”. Spesso ho sentito rinfacciare i rappresentanti del PD a Giuseppe Conte di non avere “storia”, questa affermazione è un autentico atto di ottusa superbia perché è proprio la loro storia che li smentisce come forza di sinistra e li sta gradualmente condannando all’estinzione. Personalmente considero la mancanza di identità politica il problema insormontabile che impedisce un sano rapporto politico con il Movimento che è chiaramente di ispirazione costituzionalista.

Il programma e i nomi sulla lista parziale rinvenuta nella villa di Licio Gelli “patron” della loggia P2 è un elemento fondamentale per stabilire lo “stato di avanzamento” del programma eversivo che prevede l’instaurazione di un regime presidenzialista totalitario come ulteriore stadio di svuotamento e imbarbarimento della nostra Costituzione. 

Vi sono altri aspetti che devono essere approfonditi perché ci riguardano direttamente come cittadini, lavoratori, pensionati, genitori, figli, ….  perché tali radicali cambiamenti affidati alla destra potrebbero spazzare via la nostra dignità di esseri umani. Ulteriori segnali di un processo degenerativo in corso annidato all’interno dello Stato si era già manifestato nei gravissimi accadimenti al G8 di Genova, allora vi era un governo di centro-destra con Fini & C. e Berlusconi premier. Quello che accadde nella scuola Diaz fu definita “una macelleria messicana”, gli organizzatori e gli esecutori (carabinieri ei polizia) sono stati solo” blanditi” dalla magistratura.  Il “rinnovamento” di cui ha bisogno questo sfortunato Paese è l’attuazione concreta della Costituzione e una fortissima opposizione per ridimensionare i centri di strapotere economico che stanno strangolando gli interessi generali. 

“La difficoltà non sta nelle nuove idee, ma nella possibilità di sfuggire a quelle vecchie” (John Maynard Keynes).