Questo sabato, come sempre, Trump era in Florida per il fine settimana e mentre giocava a golf nel suo solito circolo a West Palm Beach, centinaia di migliaia di persone hanno riempito Pennsylvania Avenue mostrando cartelli e scandendo slogan come "We Are the Change", "No More Silence", "Keep NRA Money Out of Politics"...
Quelle persone erano studenti e famiglie che hanno accolto l'invito della "March for our life", ideata dagli studenti della Stoneman Douglas High School di Parkland in Florida, dopo l’uccisione di 17 tra compagni e professori, avvenuta lo scorso 14 febbraio, da parte di un ex alunno di quella scuola, utilizzando un fucile semiautomatico.
Migliaia di americani hanno accolto l'invito dei sopravvissuti di Parkland organizzando a marzo eventi in tutto il paese per promuovere la grande manifestazione che si è svolta a Washington per chiedere al Congresso e al presidente degli Stati Uniti delle leggi che aumentino la restrizione sulla vendita delle armi, in un paese dove le sparatorie di massa, specialmente nelle scuole e nelle università, sono diventate un evento drammaticamente frequente.
E tanto è sentito il problema che un oceano di persone sabato mattina si è riversato su Washington riempiendo le strade che portano ai luoghi simbolo della capitale e delle istituzioni americane.
Gli organizzatori chiedono ai membri del Congresso, molti dei quali sono chiamati alla riconferma nelle prossime elezioni di novembre, di vietare la vendita di armi d'assalto come quelle usate per compiere le stragi a Las Vegas, Orlando, Sutherland Springs, Aurora, Sandy Hook e Parkland; di vietare la vendita di riviste che vendano caricatori o prodotti analoghi; di impedire alle persone ritenute "pericolose" di accedere alle armi, oltre ad un severo controllo sugli acquirenti, come richiesto dal 97% degli americani.
Chi ha aderito alla marcia deve però vedersela con i produttori di armi e i loro "lobbisti" che si richiamano alla costituzione per rivendicare il loro diritto ad armarsi come e quando vogliono. E finora hanno avuto la meglio.
Ma questa volta, la Hollywood liberal e democratica si è schierata apertamente a favore degli studenti di Parkland, esibendosi anche sul palco dei manifestanti, come hanno fatto Ariana Grande, Lin-Manuel Miranda, Miley Cyrus, Ben Platt, mentre George Clooney e la moglie Amal hanno donato 500mila dollari, oltre a partecipare alla manifestazione di Washington.
Venerdì, il presidente Trump ha firmato un progetto di legge che include modesti miglioramenti ai controlli ad oggi esistenti su chi acquisti di armi da fuoco e sovvenzioni per aiutare le scuole a prevenire la violenza armata.