Nella conferenza stampa che nel primo pomeriggio Luigi Di Maio ha tenuto a Palazzo Chigi per spiegare la posizione del Movimento 5 Stelle sul Tav, il vicepremier ha fatto ricorso ai termini "Governo" e "contratto di Governo" in maniera quasi ossessiva, quasi scaramantica.

A che cosa è servita la conferenza stampa? Non certo a chiarire la situazione. Anzi, si può dire che la sola cosa chiara in questa vicenda è che non vi è nulla di chiaro o quasi.



Prima di tutto i bandi che Telt dovrebbe pubblicare entro lunedì.

Di Maio ha fatto sapere che per lui non dovranno essere pubblicati, rimandando il tutto a dopo la ridiscussione del progetto con la Francia, ma senza spiegare come sarà però possibile recuperare i finanziamenti europei, 800 milioni di euro, che da martedì non saranno più disponibili.

Inoltre, Di Maio ha detto che di questo Lega e 5 Stelle dovranno discutere per tutto il fine settimana.

Fine settimana che dovrà anche essere utilizzato per riallacciare i rapporti tra le due forze politiche per riportare il tema della discussione Tav nei parametri previsti dal contratto di Governo.

Nel caso si vada al muro contro muro o, per dirla alla Salvini - che adesso per Di Maio è diventato solo segretario della Lega - al testa contro testa, il vicepremier 5 Stelle ha ricordato che, in caso di crisi di Governo, rischierebbero di cadere molti dei provvedimenti attualmente in discussione alla Camera, tra cui quota 100, reddito di cittadinanza, legittima difesa...

Pertanto, Di Maio ha ribadito che non è interesse suo e neppure dei gruppi parlamentari 5 Stelle arrivare allo scontro con la Lega, auspicando che nel Governo si arrivi ad una posizione congiunta per trovare una scappatoia burocratica per bloccare la pubblicazione dei bandi da parte di Telt e avviare una trattativa con la Francia per la ridefinizione del progetto.

Ed è proprio questo il paradosso di questa conferenza stampa.

In base a quanto Di Maio ha più volte ripetuto, lui vuole ridiscutere l'opera... ma non ha detto di non volerla! Se si assume che Di Maio conosca il significato delle parole a cui più volte ha fatto riferimento, incredibilmente, lui non è per il no alla Tav, con buona pace dei No Tav piemontesi, ma è per rivedere l'opera anche in base alle indicazioni emerse dall'analisi costi benefici che, sempre secondo Di Maio, dovrebbe essere la linea guida per ridiscuterne i termini con la Francia, ammesso che i francesi abbiano intenzione di farlo!

Una situazione ingarbugliata, quella che si è venuta a creare, che come unica cosa certa ha quella di ridicolizzare sul piano internazionale l'immagine di un Paese il cui Governo, come riportano le cronache dall'estero, rischia la crisi per una linea ferroviaria.