"Chi va controcorrente non ha paura di niente e di nessuno. Ai giustizialisti rispondiamo con la forza dei fatti, delle carte, della verità..."
Metà spot pubblicitario e metà sfogo, il video postato ieri pomeriggio da Matteo Renzi per rispondere allo scoop di Domani che dava la notizia di unindagine nei suoi confronti in relazione alla sua collaborazione con Lucio Presta.
Per le quattro puntate del documentario Firenze secondo me che hanno visto Renzi in veste di guida turistica illustrare quello che di Firenze già tutti conoscevano, la società di Presta riconobbe al politico fiorentino ben 400mila euro. Un compenso, già al tempo, ritenuto da tutti fuori mercato... e ancor di più in considerazione del risultato ottenuto dal documentario che è andato in onda solo una volta su Discovery che per trasmetterlo avrebbe pagato ben... 3mila euro, di cui solo mille saldati!
Che cosa contestano i magistrati a Renzi? Riguardo al documentario nulla. Quello su cui indagherebbero sono gli altri 300mila euro versati da Presta a Renzi per collaborazioni mai effettuate.
Secondo il procuratore aggiunto Paolo Ielo e i sostituti Alessandro di Taranto e Gennaro Varone gli oltre 700mila euro versati da Presta a Renzi tra il 2018 e il 2019, sarebbero frutto di fatture relative ad operazioni inesistenti, pertanto false, che avrebbero avuto come scopo da un lato finanziare illecitamente Renzi, dall'altro permettere ai Presta (è indagato anche il figlio) di utilizzare la cifra come costo per pagare così meno tasse.
Come detto il documentario, sensato o insensato che sia, così come strapagato o meno che sia, è stato comunque realizzato. Pertanto i soldi dati a Renzi per tale prestazione sono giustificati o, in ogni caso giustificabili. Meno, però, secondo i magistrati sono giustificabili gli oltre 300mila euro relativi a tre fatture che riguardano una trasmissione con interviste di Renzi a personaggi famosi, un'altra con Renzi che illustrava avvenimenti storici e, infine, una per lo sfruttamento dei diritti d’immagine di Renzi.
Le trasmissioni non sono mai state realizzate, così come lo sfruttamento dell'immagine di Renzi non è mai avvenuto.
La cifra incassata da Renzi è servita a saldare il prestito di 700mila euro che l'ex premier ricevette tramite la madre dell’imprenditore fiorentino Riccardo Maestrelli nel giugno 2018. Renzi restituì i soldi alla famiglia di Maestrelli subito dopo aver incassato i compensi di Presta.
Renzi è indagato per finanziamento illecito, perché la legge del 1981 stabilisce che i divieti sui contributi occulti ai partiti "sono estesi ai finanziamenti e ai contributi in qualsiasi forma o modo erogati, anche indirettamente, ai membri del Parlamento nazionale", ed ad altre categorie di rappresentanti politici e amministratori pubblici.
Ma oltre all'indagine sui suoi rapporti con Lucio Presta, secondo La Verità di Belpietro, ci sarebbe in corso un'altra indagine che vede Renzi protagonista e riguarderebbe il compenso ricevuto dall'ex premier per la partecipazione ad un convegno ad Abu Dhabi.
Cos'è quello che colpisce più di ogni altra cosa in questa vicenda? Il cronografo Royal Oak prodotto da Audemars Piguet al polso di Renzi, visibile nel video sopra riportato. Quanto costa quell'orologio? Ammetto di non essere un esperto, ma sembra che non possa costare meno di 30mila euro...
Non per fare i conti in tasca agli altri, ma essendo Matteo Renzi un parlamentare, in ogni parte del mondo (democratico) chi fa politica cerca e deve dimostrare la massima trasparenza in ciò che fa e in ciò che riceve, per non lasciar dubbi negli amministrati.
Renzi si compra una villa da un milione di euro e indossa orologi da decine di migliaia di euro... buon per lui. Però a questo punto, chi lo vota dovrebbe chiedersi se il suo reddito sia compatibile con la sua attività di parlamentare. Se da senatore in carica possa svolgere anche un'attività di lobbista. E inoltre, perché pretendere che uno debba dargli dei soldi per leggere in un libro ciò che lui, da politico, nel suo interesse dovrebbe e potrebbe dire gratuitamente sui suoi canali social?
Come si può ben vedere, nonostante vittimismo e complottismo messi in campo da Renzi, l'indagine è l'ultima cosa di cui un elettore dovrebbe chiedere spiegazioni al senatore fiorentino.