Trump adesso cerca di nuovo un dialogo con la Cina e annuncia un bilaterale con Xi Jinping per il G20
Gli Stati Uniti, finora, hanno aumentato i dazi doganali sulle importazioni di prodotti provenienti dalla Cina per un valore pari a 250 miliardi di dollari. Pechino, a sua volta, ha fatto altrettanto su beni provenienti dagli Usa per un controvalore di 110 miliardi di dollari.
Dal 1 gennaio 2019, gli Stati Uniti avrebbero dovuto allargare il numero di prodotti provenienti dalla Cina su cui applicare nuovi dazi maggiorati.
Il condizionale è d'obbligo, perché giovedì Donald Trump ha avuto un colloquio telefonico con il presidente cinese Xi Jinping, anche in relazione alla guerra commerciale in atto tra i due Paesi.
Come da lui comunicato via Twitter, il presidente Usa ha fatto sapere che molti sono stati i temi trattati, e particolare importanza è stata data a quello sui rapporti commerciali tra i due Paesi.
Al prossimo G20 in programma in Argentina a Buenos Aires, a fine novembre, i due presidenti si incontreranno per definire le basi di un nuovo accordo, nel caso che il lavoro degli sherpa dei due Paesi, adesso all'opera, possa portare ad eliminare le attuali tensioni tra i due Stati.
Sicuramente, la notizia non può che essere positiva e così è stata interpretata dai mercati finanziari. Non bisogna però dimenticare che questa apertura possa anche essere stata "consigliata" a Trump dai contraddittori dati macroeconomici americani.
L'occupazione in Usa è in aumento, alcune aziende hanno annunciato l'innalzamento della paga oraria minima per i loro dipendenti, la borsa sta andando bene... ma il debito pubblico americano sta salendo vertiginosamente, aumentano gli interessi sui titoli legati al debito, aumenterà di conseguenza il costo dei mutui e, paradossalmente rispetto alle decisioni di Trump dei mesi scorsi, per quanto riguarda il commercio con l'estero negli Stati Uniti diminuiscono le esportazioni e aumentano invece le importazioni.
Dati non certo incoraggianti o indicativi di un'economia in salute. Dati che tra l'altro potrebbero anche portare, senza una correzione, verso un nuovo periodo di crisi nell'economia... e non solo in quella americana. Forse, qualcuno deve aver fatto presente a Trump la necessità di iniziare a rivedere le sue scelte... ed il dialogo con Xi Jinping è il primo passo.