In Sicilia a partire da novembre 2020 la Regione avrebbe volontariamente comunicato all'Istituto Superiore di Sanità dei dati fasulli relativi all'andamento del contagio nell'isola.

Sono 40, l'ultimo dei quali il 19 marzo, gli episodi contestati alle persone indagate (di cui alcune finite anche agli arresti domiciliari) dalla procura di Trapani, tra queste l'assessore alla Salute della Regione, Ruggero Razza, per aver alterato i dati sull'andamento della pandemia in Sicilia, modificando il numero dei positivi, dei tamponi e dei decessi comunicati alle autorità sanitarie nazionali che, in base a tali dati, devono assegnare una regione ad una determinata fascia di rischio indicata dai colori giallo, arancio e rosso.

Tutto è nato da un'indagine dei carabinieri del Nas a seguito dei controlli effettuati in un laboratorio di Alcamo che un anno fa falsificò oltre 200 test, comunicando l'esito negativo alla Regione quando invece erano tutti positivi.

A supportare l'ipotesi di accusa vi sono anche delle intercettazioni telefoniche. In una di queste, lo stesso assessore Razza invita a spalmare su più giorni il numero di nuovi morti con Covid ad una perplessa Letizia Liberti, dirigente regionale all'altro capo del telefono, anch'ella arrestata. Tre le persone finite ai domiciliari, mentre sette sarebbero quelle indagate.

Ovvie le reazioni di sdegno, soprattutto dal fronte dell'opposizione di centrosinistra, mentre il presidente della regione, Nello Musumeci, nega qualsiasi responsabilità o coinvolgimento in quanto accaduto.

"Ho letto le agenzie pochi minuti fa", ha dichiarato Musumeci intervenendo ad una trasmissione di La7. "Inutile dire che in questi casi si resta sorpresi. Le zone rosse in Sicilia le abbiamo anticipate e non nascoste. Bisogna avere rispetto della magistratura, così come ho fiducia nell'assessore Razza che, se dovesse risultare responsabile, naturalmente agirebbe da solo di conseguenza.Leggo dichiarazioni di rappresentanti delle istituzioni che fanno accapponare la pelle. Questa è una terra di giustizialisti in cui un avviso di garanzia diventa una condanna confermata in Cassazione: è una vergogna.Abbiamo visto quanti indagati poi sono usciti puliti da ogni vicenda, quindi calma, calma, calma…Questa terra dà fastidio quando non alimenta le cronache giudiziarie e noi da qualche anno quelle cronache le abbiamo tenute lontane, ci auguriamo di fare altrettanto anche in questa circostanza. Ho fiducia in Razza, sono sicuro che i fatti saranno chiariti e che potremo continuare a lavorare".

Ma se invece tale fiducia fosse malriposta, la domanda che tutti, logicamente, si pongono è "cui prodest"? Perché l'assessore Razza avrebbe falsificato i dati per far apparire il contagio in Sicilia meno grave di quanto fosse in realtà? Qual è lo scopo che voleva perseguire nel far sì che la regione non diventasse zona rossa? Se l'intento che comunque avrebbe avuto finalità pratiche fosse stato dettato da interessi politici, possibile che altri non ne fossero stati a conoscenza? 

Viene da pensare che lo stesso Musumeci potesse esserne a conoscenza, ma la Procura ha smentito ogni suo possibile coinvolgimento... non ci sono elementi che farebbero anche solo presumere che potesse essere a conoscenza di quanto stava accadendo.

Pertanto, le perplessità in relazione a chi sia il mandante e beneficiario dell'agire dei responsabili della sanità siciliana rimangono intatte e l'inchiesta dovrà svelarle, perché rappresentano un aspetto della vicenda tutt'altro che secondario.