Tradizioni millenarie ci hanno portato dove siamo oggi, allo sviluppo di tecnologie sempre più evolute, all'elaborazione di processi di lavorazione sempre più precisi ed elaborati. Ma in fondo, abbiamo davvero tutto ciò di cui abbiamo bisogno? Forse a volte è meglio tornare al passato e alla genuinità dei suoi prodotti.

Un esempio? I grani antichi. Ovvero tutte le varietà che venivano coltivate prima che si iniziasse a selezionare i grani per fini industriali, approssimativamente a partire dagli anni Settanta del Novecento.

Le varietà oggi più diffuse sono tutte nate negli ultimi decenni per rispondere alle esigenze dell'industria alimentare che ha bisogno di farine forti, dall'alto indice di glutine, che possano essere lavorate velocemente e ad alte temperature per accorciare i processi produttivi.

Quando Sandro Santolin, padre di Primus Pane (www.primuspane.it), scoprì l'esistenza dei grani antichi non esitò ad approfondirne la conoscenza e a selezionarli per il suo Alimento Primo, il suo pane unico grazie alle fermentazioni primordiali.

I grani antichi hanno moltissimi fattori che li rendono perfetti per un alimento trasversale e adatto a tutti come Primus Pane. Innanzitutto, sono più salutari, perché non vengono coltivati con fertilizzanti chimici, che li danneggiano anziché aiutarli, crescono alti al di sopra delle piante infestanti e non hanno neppure necessità di essere concimati. Sono frutto di un lungo e più lento processo di lavorazione, in quanto la produzione è ridotta, in quanto la filiera di trasformazione è artigianale o semiartigianale.

Basta questo per preferirli ai grani moderni.