Le nuove ordinanze imposte a Israele dalla Corte Internazionale di Giustizia per fermare il genocidio dei palestinesi a Gaza
45. In conformità con i suoi obblighi ai sensi della Convenzione sul Genocidio, e considerando il peggioramento delle condizioni di vita affrontate dai Palestinesi a Gaza, in particolare la diffusione della carestia e della fame, Israele deve:(a) adottare tutte le misure necessarie ed efficaci per garantire, senza indugi, in piena cooperazione con le Nazioni Unite, la fornitura senza ostacoli su vasta scala da parte di tutti i soggetti interessati di servizi di base più urgenti e di assistenza umanitaria, inclusi cibo, acqua, elettricità, carburante, rifugi, abbigliamento, igiene e requisiti sanitari, nonché forniture mediche e assistenza medica ai Palestinesi in tutta Gaza, anche aumentando la capacità e il numero di punti di attraversamento terrestre e mantenendoli aperti per tutto il tempo necessario; e (b) garantire con effetto immediato che il suo esercito non compia atti che violino i diritti dei Palestinesi a Gaza come gruppo protetto ai sensi della Convenzione sul Genocidio, incluso prevenire, attraverso qualsiasi azione, la consegna di assistenza umanitaria urgente. 46. Il Tribunale considera inoltre che la situazione catastrofica nella Striscia di Gaza conferma la necessità di attuare immediatamente ed efficacemente le misure indicate nella sua Ordinanza del 26 gennaio - 12 - 2024, che sono applicabili in tutta la Striscia di Gaza, compresa Rafah. In queste circostanze, il Tribunale ritiene necessario confermare le misure indicate in tale Ordinanza. 47. Alla luce delle specifiche misure provvisorie che ha deciso di indicare, il Tribunale ritiene che Israele debba presentare una relazione al Tribunale su tutte le misure adottate per dare attuazione a questa Ordinanza, entro un mese dalla data di questa Ordinanza (28 marzo 2024). La relazione così fornita sarà poi comunicata al Sudafrica, che avrà l'opportunità di presentare al Tribunale le proprie osservazioni in merito.
Queste le nuove disposizioni comunicate il 28 marzo dalla Corte Internazionale di Giustizia nei confronti di Israele, ulteriori misure provvisorie nel caso riguardante l'applicazione della Convenzione sulla prevenzione e la repressione del crimine di genocidio nella Striscia di Gaza (Sudafrica contro Israele).
Le nuove ordinanze che hanno investito Israele sono accompagnata dalla notizia di un nuovo bambino palestinese morto quest'oggi presso l'ospedale Kamal Adwan di Beit Lahia, nel nord, a causa della carestia e della mancanza di cure, portando a 30 il numero delle vittime della malnutrizione Striscia.
Si chiamava Mohammed Naeem al-Najar ed aveva solo cinque anni. Suo padre, Naeem Ibrahim Najjar, di Jabalia, ha detto ad Al Jazeera che suo figlio era come "una rosa in fiore. Non soffriva di alcuna malattia. Mio figlio è morto davanti ai miei occhi a causa della fame”, ha detto ad Al Jazeera.
L'uomo aveva chiesto aiuto in una videointervista prima della morte del figlio. “Non posso fornirgli latte e cibo sano e non risponde nemmeno alle cure a causa della malnutrizione. Facciamo appello a tutti affinché ci salvino".
Hossam Abu Safia, direttore del Kamal Adwan Medical Hospital, ha detto che Naim mostrava segni avanzati di disidratazione e malnutrizione e che le sue condizioni erano state trattate utilizzando i mezzi a disposizione dell'ospedale. "Perderemo più bambini se alle famiglie non verrà fornito il cibo necessario", ha affermato.
La Striscia di Gaza, in particolare la regione settentrionale, è alle prese con gravi carenze di cibo, acqua, farmaci e carburante. Anche gli aiuti che hanno raggiunto la regione meridionale dell'enclave sono insufficienti, perché vi sono sfollate oltre 1,3 milioni di persone dal nord, in particolare a Rafah. Le forze di occupazione israeliane non solo impediscono l'ingresso degli aiuti umanitari, ma prendono anche di mira intenzionalmente i cittadini che li attendono w di cui hanno disperatamente bisogno.
L'Organizzazione Mondiale della Sanità ha avvertito che la malnutrizione è particolarmente radicata nell'area settentrionale, dove la distruzione delle infrastrutture e la carenza di acqua, cibo e farmaci sono state messe in atto fin dall'inizio dell'aggressione israeliana tutt'ora in corso.
Il bilancio delle vittime palestinesi dal 7 ottobre 2023 è salito oggi a 32.552, mentre quello dei feriti è di 74.980 secondo le autorità locali. Almeno 62 le persone uccise e altre 91 quelle ferite negli attacchi israeliani avvenuti nelle ultime 24 ore.