Ormai penso che bisogna essere ciechi e sordi per non capire che uno dei problemi che ci attendono è quello della fuga di intere popolazioni dai paesi di origine verso i paesi cosiddetti "occidentali".

La maggior parte di quelli "in fuga" sono semplicemente motivati dalla (comprensibile) ricerca di una vita migliore, non segnata dalla miseria e dalla fame.

Per inciso è bene ricordare che la maggior parte di questa "fame" non è dovuta a cause naturali ma all'irrisolto problema delle classi dirigenti locali, legate non a principi in qualche modo politici, ma dominate dalla logica della famiglia e della tribù. Classi dirigenti in massima parte al potere non in base a processi democratici, ma grazie ad azioni violente, con o senza spargimento di sangue. Classi dirigenti che interpretano il loro ruolo, non come la ricerca del benessere delle popolazioni amministrate, ma solo all'arricchimento del proprio "clan", con l'arraffare di quanto più è possibile per il successivo trasferimento nei tanti "paradisi fiscali", nella quasi certezza che il loro "potere" è destinato, prima o poi ed essere sostituito da quello di altri, secondo le citate modalità.

Chiuso l'inciso, non c'è nulla da eccepire, al diritto di ogni essere umano di ricercare come può la propria felicità.

Naturalmente i paesi che vengono identificati come destinazione di queste migrazioni, si trovano ad affrontare enormi problemi, etici e pratici.

Ora finché il fenomeno è per così dire "limitato" grossi problemi non si presentano, ma oggi assistiamo ad una escalation che questi problemi è fatalmente destinata ad ingigantire più di quanto già non lo siano

Le risposte attualmente disponibili sono solo due l'accoglienza o il respingimento.

Il cosiddetto respingimento si traduce essenzialmente in un foglio di via contenente l'ingiunzione a lasciare il paese entro il... (cosa che rimanda alla pittoresca tradizione dei film western) e che finiscono semplicemente ignorati consegnando inevitabilmente i titolari alla clandestinità e al quasi certo assorbimento da parte della criminalità, organizzata e non.

Ma accogliere vorrebbe dire integrare e poi assimilare, ma ciò comporterebbe l'assegnazione di casa, lavoro, assistenza sanitaria, scuola per i bambini e pensione alla fine. ma pare che questo non sia possibile, anche perché ci sono tanti cittadini regolari che da tempo aspettano invano le stesse cose, per cui ormai migliaia di persone vengono stipate in luoghi che sempre di più assomigliano a campi di concentramento, dai quali poi gran parte di loro fugge per vagare in cerca non si sa di che e vivendo di espedienti esattamente come i respinti di cui sopra.

Cosa si fa nei riguardi dei paesi di provenienza?  Esattamente niente di niente!

Assistiamo ai periodici viaggi di ministri - per esempio in Tunisia - non si capisce a fare che, oltre che a elargire un po' di soldi (e forse non solo "un po'") perché poi tutto rimanga esattamente come prima. 

Sul fatto che i paesi europei procedano in ordine sparso, e quelli più esposti si stiano rinchiudendo entro cinte praticamente fortificate, non occorre commentare, per cui la domanda è: "Come andrà a finire?" 

Per quanto tempo gli ospiti delle strutture di cosiddetta accoglienza potranno rimanere in quello stato di sospensione?