Il surreale teatrino della politica italiana: Renzi vuol tornare a far parte del Centrosinistra
Il dibattito politico in Italia è da una parte sconfortante in relazione agli argomenti trattati, dall'altro è invece molto divertente, tanto è surreale. Del campo (post) fascista è inutile parlare, perché ormai siamo ben oltre il surreale, tanto che quanto accade in quella realtà politica è persino difficile etichettarlo come fantastico, irreale, kafkiano, onirico, visionario, assurdo, inverosimile...
Quindi, parliamo del campo opposto, quello del cosiddetto centrosinistra, anche se il termine sinistra è presente come etichetta ma non come sostanza.
In quel campo, agli onori della cronaca, è spuntata la questione Renzi. Il logorroico politico rignanese, dopo aver preso atto di non aver potuto prendere le redini di Forza Italia, né direttamente, né tramite un possibile centro prima formato insieme ad Azione di Calenda e poi con +Europa di Bonino, e visto che l'Italia da lui fondata - in base ai risultati elettorali - è più morta che Viva, ha deciso di reinventarsi come politico di sinistra pretendendo di far parte di future coalizioni con PD, AVS e M5s.
È lo stesso Matteo Renzi che ha promosso e continua a difendere una porcata (a partire dal nome) come il Jobs Act e che, tramite Rosati, ha dato vita ad un'altra porcata come l'attuale legge elettorale per le politiche, dopo che la Consulta gli aveva bocciato quella licenziata in precedenza. Ma il cursus honorum, anzi, calamitosus di Renzi è infinito...
Ma soprattutto è lo stesso Renzi che quando ha partecipato ad un governo di cui lui non poteva tirare le fila lo ha fatto con l'unico scopo di farlo cadere, per poi incolpare gli ex alleati di incapacità... su qualsiasi fronte.
Adesso Renzi è disposto ad entrare in qualsiasi coalizione a guida Pd per supportare qualsiasi candidato alle prossime elezioni amministrative, in modo da ottenere un seggio sicuro alle prossime politiche... per poi iniziare nuovamente, in base alla convenienza del momento, a fare esattamente quanto fatto in passato... è come nel giorno della marmotta oppure come il tormentone dei Peanuts in cui Lucy giura di tenere il pallone da football a Charlie Brown perché lo calci, per poi toglierglielo all'ultimo momento, facendolo cadere... ogni volta!
Schlein si lascerà sedurre dall'imbonitore di Rigano dull'Arno? Per ora tace e non risponde, mentre Conte, per i 5 stelle, ha riassunto la questione con un semplice "o lui o noi". Anche una parte degli elettori del Pd, in base a quanto direbbero alcuni sondaggi, hanno già fatto sapere di non votare una coalizione dove sia presente Renzi, che appare sempre più credibile come inibitore di voti, invece che come catalizzatore.
Ma va anche detto, e sicuramente è la cosa più importante, è che tutto questo è generato dal fatto di voler far credere agli elettori che in qualsiasi competizione elettorale le forze politiche si debbano presentare unite, perché solo così è possibile garantire la governabilità.
La governabilità si garantisce con i programmi e con la credibilità, con eventuali alleanze che possono formarsi successivamente. Con una legge elettorale per le politiche basata su collegi uninominali e doppio turno (con una riforma costituzionale che dia vita ad un sistema monocamerale con almeno due votazioni per la conferma di una legge) questa pagliacciata del voler definire alleanze per creare coalizioni elettorali scomparirebbe di colpo e i partiti - magari - utilizzerebbero il loro tempo nel proporre singolarmente idee e soluzioni per disegnare il futuro del Paese e non per metter toppe a ciò che è già accaduto.