Tanto non è casa mia
Mi tuffo. Consapevole che mi sbuccio le ginocchia…
Distante dai nostri giochi con il futuro non riusciamo a vedere la realtà che grida la nostra attenzione. Per noi il futuro sono le vacanze, la carriera, il matrimonio, i figli, la casa, un viaggio… Le parole ambiente, cambiamenti climatici non raggiungono la nostra quotidianità nella protezione del nostro futuro. Come fossero due futuri diversi, lontani l’uno dall’altro, non simbiotici: una stortura immaginaria che nega la nostra intelligenza. Cerchiamo posti incontaminati per quindici giorni l’anno, vogliamo cibi naturali e puliti da tutte le possibili contaminazioni quando facciamo la spesa ma poi… l’abitudine ad un benessere consolidato ci traghetta velocemente dai nostri brevi nobili pensieri verso altri ragionamenti che dell’ambiente, dei cambiamenti climatici tengono poco conto. Non è cattiveria o superficialità: sono semplicemente troppo distanti da noi. Troppo grandi, troppo immensi, non riusciamo a farli nostri. La nostra casa, la nostra macchina, il nostro parco… abbiamo tutto nel nostro recinto. Recinto… piccolo! Che vediamo grande! Proviamo a fare un gioco: proviamo a immaginare davvero di avere solo il nostro recinto e null’altro. Come staremmo? E se provassimo a dire il nostro ghiacciaio, la nostra montagna, il nostro mare, la nostra aria… Ma è davvero così difficile capire le parole Cambiamenti Climatici?
Ho deciso di dedicare questo mio scritto a tutti quelli che trovano più facile negare l’evidenza che provare ad affrontarla. Certo il post è un po' lungo e la noia cavalca veloce ma… vediamo che succede!
A tutti quelli che pensano che un ghiacciaio crolla perché si è stancato di stare in vetta e vuole vivere le emozioni della valle.
A tutti quelli che non si sono mai domandati cosa c’è dietro un interruttore della luce, una presa elettrica. Spingiamo, la luce si accende: il miracolo è compiuto. Ma come arriva la luce dentro le nostre case? Da dove viene? Quanto, una centrale elettrica, che è quello che c’è dietro un interruttore, contribuisce ai cambiamenti climatici? E quanta aria pulita, acque, suoli consuma con la sua produzione di rifiuti? E sì, una centrale elettrica produce rifiuti, tanti. Sporca l’aria.
A tutti quelli che pensano che le interruzioni della luce elettrica (soprattutto in questi giorni bollenti) sia una conseguenza della guerra in Ucraina. Le interruzioni si verificano perché c’è un eccesso smisurato di richiesta per il numero infinito di condizionatori accesi, a tutte le ore del giorno e della notte. Senza misura! E poco importa il costo che ne deriverà, questo sì, effetto della guerra in Ucraina. Ma vale di più il benessere personale che il benessere generale anche se, a ben pensare, il benessere generale è benessere personale. Un po' come buttare la carta o altro in terra per la strada: “Tanto non è casa mia!”. È casa tua: non ci stai camminando? E non ci camminerai ancora? E non ti dà fastidio trovarla sporca?
A tutti quelli che pensano che le alluvioni, le improvvise piogge torrenziali, che sempre più spesso colpiscono paesi dove non sono mai state di casa, sono solo il risultato di una schiera di angeli con la pressione alta che hanno preso un buon diuretico. O, al contrario, la desertificazione che avanza: una cura molto appropriata per questi inconsapevoli angeli guariti temporaneamente dalla pressione alta. E la terra… la terra ne approfitta per apparire diversa dal solito, cambiare vestito come facciamo noi… su, un po' di novità in questo mondo sempre uguale. Allora, eccola lì, tutta increspata, tagliata. Altro che desertificazione. Questa parola così difficile.
A tutti quelli che pensano che l’acqua del rubinetto di casa sia diversa da quella del ristorante sotto casa e ordinano solo acqua in bottiglia.
A tutti quelli che pensano che l’estinzione di alcune specie di animali sia dovuta esclusivamente a eventi naturali e non all’abuso indiscriminato che facciamo del loro territorio. In fondo potrebbero spostarsi più in là… ma non funziona proprio così il sistema terra.
A tutti quelli che pensano che un inverno dolce sia una mano santa e una estate torrida sia organizzata dagli albergatori e da tutte le strutture vacanziere per obbligare a soggiorni più lunghi. E passiamo il tempo a commentare con la simpatica frase: non esistono più le mezze stagioni!
E se vi dicessi che lasciare la macchina accesa con l’aria condizionata per un quarto d’ora, senza un reale bisogno: intendo un anziano o un bambino piccolo o comunque una persona con necessità di salute, equivale a percorrere cinque chilometri alla velocità di 50 km/h, e in più con il condizionatore acceso significa un sovra consumo del 30%, quindi 6,5 chilometri. Ma che vuol dire in concreto? Vuol dire che sprechiamo, senza motivo, aria buona da respirare contribuendo personalmente allo spreco di energia che produce emissioni nocive. Sporca l’aria che dopo noi respiriamo.
Che investire una piccola parte del nostro tempo nella raccolta differenziata vuol dire risparmiare altra aria pulita. Se poi siamo così bravi da “buttarla” anche nei cassonetti (e non accanto) potremmo provare ad avere le strade più pulite, con odori meno sgradevoli e, con un po' di fortuna, potremmo evitare anche qualche incendio, soprattutto in questo periodo di caldo torrido. Per non parlare della presenza di animali indesiderati che non potrebbero più banchettare con i nostri avanzi. Che accendere la luce solo quando serve e non ricreare le luminarie di Natale tutte le sere risparmia altra aria buona. Non sto parlando di soldi ma di aria più pulita. Aria buona da respirare… a disposizione di tutti. Ogni volta che tu accendi una lampadina, butti qualcosa nell’ambiente che sporca l’aria.
Che privilegiare una passeggiata e usare la macchina solo quando serve, stando attenti alle gomme, ai freni e alleggerendo un pochino il piede sull’acceleratore risparmia ancora tanta aria buona. Allo stesso modo indossare un golfino più pesante d’inverno e un vestitino più leggero d’estate risparmia, in termini di riscaldamento e raffreddamento, altra aria buona. Comprare e usare gli elettrodomestici meno energivori e tarati sulle proprie reali esigenze e solo a pieno carico, ancora altra aria buona risparmiata. Vi starete domandando cosa significa, in soldoni, aria buona risparmiata. Vuol dire che consumiamo, utilizziamo molta meno energia e diminuiamo, quindi, tantissimo le emissioni nocive ovvero quelle sostanze che, consumando energia, vengono buttate nell’aria, sporcandola. E noi, poi, la respiriamo. Si chiamano buone pratiche. Ognuno di noi, nel suo piccolo può fare tanto. Pensate che cambiamento. Litri e litri d’aria più pulita e meno gas che alterano il clima guadagnati da noi, dal pianeta. La vita è di aria e acqua e noi non lo capiamo, non lo sappiamo, non siamo disposti a salvarla. Beati nel nostro apparente benessere. Siete mai stati su un’altura dalla quale si può vedere la vostra città? Per esempio, i Castelli dominano Roma. La città, da lassù, ha un cappello in testa… grigio, spesso: la rende opaca, coricata sotto un cielo lattiginoso. Non lo porta per il caldo, il cappello, o per il freddo. Lo creiamo noi tutti i giorni: è inquinamento! Non facciamo nulla per vivere meglio. Anzi, sì: facciamo finta di non vedere, di non capire, di non credere. Per un attimo lo stupore si impadronisce di noi, ma fa capolino anche il dubbio: è nebbia? È foschia? No, è inquinamento! E in più contribuiamo a peggiorare il nostro clima! Ma i cambiamenti climatici non esistono, sono un’invenzione degli scienziati… dicono i più!
PS. Ringrazio l’Ing. Mario Carmelo Cirillo per i suoi preziosi e necessari consigli e suggerimenti.