Matteo Renzi, dopo aver incontrato alle 9:30 di questo martedì il nuovo segretario del Pd, Enrico Letta, pensava di fare una passerella trionfale in tv su La7, nel programma L'Aria che tira, condotto da Myrta Merlino.

Il Partito Democratico, a differenza di quanto avvenuto dopo l'incontro tra Letta e Conte, non ha dato molto risalto al faccia a faccia di stamani, non comunicandone l'esito sui suoi profili social. Lo stesso ha fatto Italia Viva.

Le agenzie lo hanno definito franco e cordiale, aggiungendo però che non vi era possibilità di un'intesa politica tra i due partiti a causa del fatto che il Pd ritiene strategica un'alleanza con i 5 Stelle, mentre Italia Viva è di tutt'altro avviso.

Dopo l'incontro con Letta, Renzi aveva programmato una comparsata in tv, pensando forse di poter far credere che sia sempre lui a tirare le fila, se non del Partito Democratico, almeno del centrosinistra. 

Che questo sia stato il tentativo di Renzi o forse no, la sensazione che può aver avuto chi abbia assistito alla sua intervista su La7 è soprattutto la conferma del fallimento del progetto politico del senatore fiorentino.

Dalle domande che gli sono state rivolte dalla giornalista Myrta Merlino, non si è parlato mai di Italia Viva come protagonista, ma di come Renzi vede i rapporti tra Pd e 5 Stelle, quali candidati a sindaco Italia Viva potrebbe appoggiare, quali alleanze potrebbe sostenere... e non poteva essere altrimenti, perché Italia Viva è un partitino del 2%, le cui proposte politiche in questa legislatura sono basate sul ricatto, solo perché Renzi ha "rubato" dei parlamentari al Pd. Nella prossima legislatura, invece, non avrà alcuna voce in capitolo, perché alle prossime politiche non avrà alleati e non avrà voti.

Per questo, secondo voci neppure tanto di corridoio, all'interno dei renziani in Parlamento il nervosismo sarebbe alle stelle perché, vedendo l'emorragia di consensi (tra l'altro mai stati abbondanti) ed il loro "capo" che si reinventa lobbista con le sue frequenti visite in Medio Oriente, sentono aria di disfacimento. 

Un mestiere, quello del lobbista, di cui anche oggi Renzi ha rivendicato la correttezza, dicendo in pratica che lui non ha problemi nel fare ciò che un regolamento o un codice, civile o penale che sia, non vieti. 

In sostanza Renzi, rivendicando come giusto e irreprensibile l'evidente conflitto d'interessi di cui si è reso protagonista per i suoi rapporti con gli arabi, ha indirettamente affermato che morale ed etica, per lui, sono valori non imprescindibili, ma adattabili a seconda delle circostanze. 

Un modo di pensare che probabilmente è comune anche ad altri politici in Italia, forse alla maggioranza di loro... ma pubblicizzarlo in maniera così sfacciata, da parte di Renzi, è un segno di arroganza che va oltre la decenza e anche la logica, facendo credere, a buon diritto, che ormai dalla politica abbia avuto ciò che voleva ottenere e che adesso stia già pensando ad altro. E a ben guardare, non sarebbe neppure una cattiva notizia.