Rimane il veto di Ungheria, Polonia e Slovenia sul Recovery Fund dopo il Consiglio europeo di giovedì
Giovedì, si è tenuta la videoconferenza dei membri del Consiglio europeo. Principale argomento di discussione il Recovery Fund, dopo che Polonia e Ungheria prima e successivamente la Slovenia hanno posto il veto alla sua attuazione.
Queste le riflessioni sul tema da parte del presidente Charles Michel.
Come sapete, in luglio abbiamo approvato all'unanimità il QFP e il pacchetto per la ripresa. Dobbiamo rimanere uniti su questo punto. Questo pacchetto finanziario è essenziale per la nostra ripresa economica. Dobbiamo attuarlo quanto più rapidamente possibile.La cancelliera Merkel ci ha aggiornato sullo stato delle discussioni in corso a seguito dell'ultimo dialogo con il Parlamento. Per quanto concerne il meccanismo di condizionalità, la grande maggioranza degli Stati membri concorda con il compromesso in esame. Alcuni Stati membri hanno dichiarato di non poter sostenere la maggioranza. Proseguiremo le discussioni al fine di trovare una soluzione accettabile per tutti.
Pertanto, come si può capire dalle parole di Michel, nessun passo avanti è stato fatto, con i tre Paesi di cui sopra che non vogliono condizionare i prestiti del Recovery Fund al rispetto delle norme dello Stato di diritto.
Paradossalmente, nella stessa riunione, il Consiglio ha ribadito il forte impegno sul piano d'azione dell'UE per i diritti umani e la democrazia 2020-2024, che definisce il livello di ambizione e le priorità dell'UE in questo settore nelle sue relazioni con tutti i paesi terzi, ribadendo il suo forte impegno a promuovere i valori universali per tutti, anche se gli sforzi fatti sono stati in parte ostacolati a causa della pandemia.
Il nuovo piano d'azione per il periodo 2020-2024 individua cinque priorità generali: 1) tutelare e responsabilizzare le persone, 2) creare società resilienti, inclusive e democratiche, 3) promuovere un sistema mondiale per i diritti umani e la democrazia, 4) cogliere le opportunità offerte dalle nuove tecnologie e affrontare le relative sfide e 5) conseguire risultati attraverso la collaborazione. In tal modo, il piano d'azione riflette anche l'evoluzione del contesto, con particolare attenzione alle nuove tecnologie e al nesso tra sfide ambientali globali e diritti umani.
Che cosa però abbiano a che fare diritti umani, democrazia e sovranismo con tutto questo Michel non lo ha spiegato.