Mentre il portavoce di Putin fa sapere che non sono stati raggiunti gli accordi per l'incontro con Papa Francesco, la chiesa ortodossa se la prende con il Pontefice. "Tono sbagliato per trasmettere il contenuto della conversazione".

Non sono ancora maturi i tempi per cui Papa Francesco potrà incontrare il presidente russo, Vladimir Putin: lo ha dichiarato il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, sottolineando che "non sono stati raggiunti accordi" tra le due parti. La notizia è stata durante una conferenza stampa dove Peskov ha aggiunto che "iniziative del genere dovrebbero passare dai servizi diplomatici". 

La notizia dell'ultim'ora, però, è anche un'altra: la risposta della chiesa ortodossa dopo il colloquio tra Kirill e Papa Francesco, dai toni che non si addicono certamente a un'istituzione religiosa.

"È deplorevole che un mese e mezzo dopo la conversazione con il Patriarca Kirill, Papa Francesco abbia scelto il tono sbagliato per trasmettere il contenuto di questa conversazione", ha dichiarato all'agenzia russa Tass il dipartimento delle relazioni esterne del Patriarcato russo. 

"Tali dichiarazioni difficilmente contribuiranno all'instaurazione di un dialogo costruttivo tra le chiese cattolica romana e ortodossa russa, che è particolarmente necessario in questo momento". Queste affermazioni si riferiscono al colloquio che hanno avuto i leader delle rispettive chiese il 16 marzo scorso quando, con un collegamento in streaming, Papa Francesco aveva chiesto al numero uno della Chiesa ortodossa russa di non "trasformarsi nel chierichetto di Putin".

Ora che una reazione del genere non fosse più che prevedibile da parte di una diplomazia "scafata" come quella vaticana, è una favoletta buona per i bambini, il che non fa che confermare che la proposta aveva solo lo scopo di fornire un po' di ribalta a Bergoglio.

Forse le tonache si aspettavano una declinazione della proposta effettuata con toni un filino più sfumati, ma tant'è questo passa il convento, se la sono praticamente cercata!