A poche ore dal presunto scoop della Stampa sulle affermazioni del sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Fazzolari, in merito alle sue dichiarazioni sull’introduzione a scuola del tiro al volo, si smonta il caso, dopo le rivelazioni del generale Federici, al quale il sottosegretario avrebbe confidato i suoi propositi. Il generale ha affermato, come riporta anche la Stampa, che Fazzolari non gli avrebbe mai detto quelle cose, confermando quindi la smentita del sottosegretario dopo l’articolo del giornale torinese. Ma oltre a ciò alla vicenda si aggiunge un nuovo interessante particolare, che la Stampa, volutamente o meno, ha candidamente ignorato, sparando in prima pagina la notizia martedi, per poi farne riferimento in un nuovo articolo uscito oggi. Dal 2018 esiste un progetto, chiamato C.A.R.E., una sigla che sta per “Cultura, autocontrollo, regole, emozioni”. Il 1° febbraio la Fitav ha spiegato sul suo sito ufficiale che questo progetto è finanziato dall’azienda “Sport e Salute S.p.A”, una società dello Stato, controllata dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, che si occupa dello sviluppo dello sport in Italia. Le risorse per finanziare l’iniziativa arrivano dalla Fitav e dai bandi “80 milioni per lo sport italiano”, lanciati l’anno scorso da “Sport e salute” per supportare progetti scolastici dedicati alla promozione delle discipline sportive. «L’obiettivo del Progetto C.a.r.e. è la formazione dei docenti di scienze motorie e degli studenti degli istituti scolastici di primo e secondo grado per avvicinarli allo sport del tiro al volo e la conseguente attivazione dei campionati italiani studenteschi», spiega il sito della Fitav. Quindi anche nel caso Fazzolari avesse effettivamente detto quelle cose non si tratterebbe di nulla di più che una discussione su un progetto che è già in atto da ben cinque anni. Senza contare che una proposta simile per la prima volta fu sottoposta all’attenzione del governo nel 2007 durante il governo Prodi II dall’allora ministro dell’istruzione Fioroni del Pd. Ecco allora che la levata di scudi da parte delle opposizioni, Pd in testa, risulta quantomeno ipocrita, se non strumentale per attaccare un uomo assai vicino alla Meloni, come appunto Fazzolari. D’altra parte la disciplina del tiro a volo, che viene fatta con fucili ad aria compressa, avrebbe effetti positivi sulla concentrazione e secondo alcuni esperti anche sul quoziente intellettivo, come afferma Sergio Lazzarini, titolare di due poligoni a Roma “ Esistono studi scientifici che dimostrano chiaramente come il tiro a volo abbia un'influenza sull’aumento del quoziente intellettivo dei ragazzi. Quindi la polemica nata intorno a quello che avrebbe detto il sottosegretario è davvero assurda, considerando che già ora molti ragazzi già praticano il tiro a volo, trattandosi oltretutto di una disciplina olimpica. E le dico anche che proprio la pratica del tiro al volo è il miglior antidoto per stare ben alla larga dalle armi.” Insomma tutto il can can creato dalla Stampa rischia di sciogliersi come neve al sole con buona pace dell’irascibile direttore Massimo Giannini, sempre pronto a dare lezioni a questo governo e ai suoi componenti.