Si avvicina l'appuntamento del 20 - 21 settembre, data nella quale si voterà per il referendum indetto per approvare o respingere la legge che, modificando la Costituzione, prevede la riduzione del numero dei parlamentari.

Passasse il referendum, i parlamentari, che attualmente sono 630 alla Camera e 315 al senato, sarebbero ridotti del 36,5%, passando a 400 alla Camera e a 200 al senato.

Il referendum, essendo confermativo - è il quarto di questo tipo - non prevede il raggiungimento del quorum per essere valido. Significa che quale che sia il numero dei votanti, vince la proposta che prenderà un voto in più.

Più volte abbiamo detto della nostra posizione in merito a questa legge, al taglio cioè dei parlamentari, e abbiamo sempre argomentato la nostra avversione alla riduzione della rappresentanza politica. Le dinamiche ci impongono, però, ancora una volta di sintetizzare, tramite questo scritto, le motivazioni che stanno alla base della nostra opposizione.

Il MSFT ritiene estremamente pericolosa la riduzione dei parlamentari e la conseguente riduzione della partecipazione popolare alle vicende politiche della Nazione.

Ancora, ritiene falso il proporre la riduzione dei parlamentari come elemento primario per ottenere risparmi nel bilancio dello Stato. Riteniamo, invece, essere una manovra ordita per ridurre gli spazi democratici di confronto in Parlamento e accentuare, quindi, il potere di controllo dei Partiti sugli eletti.

Un parlamento numericamente ridotto ai minimi termini è meglio controllabile dalle segreterie dei Partiti, dove le possibilità di posizioni autonome da parte dei deputati, saranno pressoché inesistenti. Di rimando si ridurrà, e parecchio, la rappresentanza territoriale e la vicinanza dell’eletto al proprio elettorato.

Cosa che va in contrasto con quanto ci hanno ammannito negli ultimi decenni per motivare tutte le modifiche alle leggi elettorali, cioè l’esigenza dell’eletto di rappresentare il territorio e dell’essere espressione diretta della volontà dell’elettore. Nemmeno risponde all’esigenza reale di un contenimento della spesa pubblica. A parte che il risparmio, qualora ci fosse, sarebbe veramente risibile, ma risulta comunque sbagliato nel modo.

Noi sosteniamo che, invece di ridurre il numero dei parlamentari per diminuire la spesa, basta togliere a tutti i privilegi di cui godono e riportare stipendi e prebende entro limiti congrui. Ridurremmo veramente i costi e ma manterremmo inalterata la rappresentanza democratica.

Quindi non Taglio dei parlamentari, cosa che servirebbe solo ai Partiti per aumentare il loro potere, ma riduzione per tutti di privilegi, prebende e stipendi abnormi, per garantire risparmio reale e partecipazione alla vita politica di quante più persone possibili. L’insensata demagogia grillina, di stampo giacobino, va denunciata e contrastata con forza e non assecondata, in una sorta di gara da manicomio.

Oltre a queste considerazioni, vogliamo riproporre, in questa sede, quello che è il progetto missino per una modifica del bicameralismo, che così com’è adesso, è inutile e, spesso, dannoso per la vita politica della Nazione. Il MSFT sostiene, da sempre, che una delle due camere va sciolta e sostituita con una Camera delle rappresentanze delle categorie del mondo del lavoro.

Noi la chiamiamo camera delle corporazioni, ma il nome conta poco. Importante è che una camera inutile nelle sue funzioni, sia sostituita con una che rappresenti il mondo della produzione, della scienza, delle arti, ecc. e che affianchi la restante camera politica. Dal lavoro sinergico tra queste due camere, entrambe elette con il sistema proporzionale, si avrebbe l'input necessario al Governo per realizzare leggi giuste che vadano nella direzione degli interessi di tutti i cittadini.

Se questo viene realizzato, si concretizza la cosiddetta Democrazia Corporativa, il più alto esempio di partecipazione al processo legislativo, moderno, democratico, realmente connesso alle più genuine espressioni della società italiana.

Quelli espressi prima, unitamente a queste ultime, sono i motivi che ci portano a essere per il No al referendum autunnale.

Motivazioni forti, in linea con il progetto politico portato dal MSFT.

La nostra volontà di modificare la Costituzione va nel senso di un ammodernamento dello Stato, per il raggiungimento dei più alti ideali di giustizia sociale, mediante l’elevazione del ruolo del Lavoro, inserito nel contesto della Socializzazione.
Diciamo No nel referendum settembrino perché vogliamo, prossimamente, a una vera riforma della carta costituzionale.

Mario Settineri, Membro Segreteria Nazionale MSFT