Cronaca

A breve in Italia un nuovo lockdown

I dati sul contagio da coronavirus in Italia mostrano un progressivo ed inesorabile incremento dei numeri relativi ai nuovi casi, ai ricoverati, alle terapie intensive e ai decessi.

Ad inizio agosto meno di 12mila persone erano in isolamento senza sintomi o con sintomi lievi, i nuovi casi si attestavano intorno ai 200, il numero di coloro che erano ancora positivi era di 12.456, 708 erano ricoverati con sintomi, 42 le persone in terapia intensiva, meno di 10 i nuovi decessi.

In quel periodo politici e medici in odore di politica dichiaravano che l'emergenza era finita, che il Governo doveva riaprire tutto, che le mascherine erano inutili o quasi, che il virus era clinicamente morto e mutato, tanto che la sua carica infettiva era ridotta ai minimi termini e che una seconda ondata di contagi non era nell'ordine delle cose.

Anche grazie a queste dichiarazioni falsamente rassicuranti, un mese dopo, all'inizio di settembre, le persone in isolamento senza sintomi o con sintomi lievi erano più del doppio, cioè 25mila, i nuovi casi si attestavano intorno ai mille, circa 1.400 erano i ricoverati con sintomi, oltre 100 quelli in terapia intensiva, ancora meno di 10 i nuovi decessi.

Nonostante i numeri fossero in aumento, in molti sposavano apertamente o quasi teorie negazioniste e/o cospirazioniste che descrivevano la Covid più o meno come un'influenza stagionale propagandata come pandemia per oscuri interessi che avrebbero dovuto servire a non si sa bene cosa.

Dopo un mese e mezzo, in Italia ogni 24 ore si registrano oltre 10mila nuovi casi di contagio, con il numero degli attualmente positivi che è arrivato a superare i 140mila, mentre 8mila sono i ricoverati di cui quasi 900 quelli in terapia intensiva. Infine, il numero giornaliero dei morti sta progredendo verso quota 100.

I dati attuali, oltretutto, sono peggiori rispetto a quelli registrati in primavera perché ci dicono che adesso il contagio è diffuso non solo nel nord Italia, ma in tutta l'Italia, compreso il Sud dove, per ragioni di bilancio, la spesa sanitaria negli anni passati è stata dimezzata a causa di sprechi e corruzione. Pertanto, ad esempio in Campania, gli ospedali devono affrontare l'emergenza pandemia con la metà delle risorse a disposizione di quelle del nord. E a primavera abbiamo visto che nemmeno il nord, nonostante tutto, ce la stava facendo.

Tirando le somme che cosa dobbiamo attenderci stando alla logica?

Che, nonostante le misure a contrasto licenziate dal Governo negli ultimi giorni, progressivamente le varie amministrazioni locali inizieranno a chiudere piazze, scuole, a limitare gli spostamenti a macchia di leopardo... con provvedimenti che rischieranno di essere in contraddizione fra loro, creando confusione e incertezza fra la popolazione

Il Governo ha scelto di scaricare su regioni e comuni la gestione del contagio, ma già dopo pochissimi giorni dall'ultimo dpcm si ritrova costretto a tentare di coordinare le decisioni che sindaci e presidenti di regione hanno, giustamente dal loro punto di vista, iniziato a prendere.

Così la Campania ha deciso di vietare gli spostamenti interprovinciali, a meno che non venga dimostrata la necessità di andare, ad esempio, da Napoli a Caserta... ma se uno che abita a Salerno deve andare a Roma come fa senza passare da Napoli? 

Paradossi a parte, è evidente che il contagio si sta diffondendo in maniera incontrollata e che, con i numeri attuali, le terapie intensive vedranno raddoppiare il numero dei pazienti entro i prossimi dieci giorni... e di questi almeno il 10 percento andrà ad aumentare il numero di decessi con Covid.

In questa situazione, un nuovo lockdown è inevitabile e verrà dichiarato non appena i numeri delle terapie intensive (e quello dei morti) aumenterà ulteriormente. Almeno, non dimentichiamoci chi dobbiamo ringraziare. 

Autore Egidio Marinozzi
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