Sport

Alla fine dei conti, il nuovo Milan cinese è più povero di quello di Berlusconi

Dopo il passaggio di proprietà, questo è il nuovo CdA del Milan, composto da 8 componenti che rimarranno in carica per 3 esercizi o sino alla data dell’approvazione del bilancio 2019:

Yonghong Li (presidente del Consiglio d’Amministrazione), Li Han, Bo Lu, Renshau Xu, Marco Patuano, Roberto Cappelli, Paolo Scaroni e Marco Fassone che ricoprira anche la carica di Amministratore Delegato.

Durante la conferenza stampa della società, Fassone ha dichiarato che «Yonghong Li e Han Li vogliono costruire un Milan molto competitivo. L'ambizione è essere nella Champions League 2018-19. Al Milan non è possibile fare programmi piano. Dobbiamo aiutare i giovani della rosa innestando esperienza e creando mix tra giovani ed esperienza. Individueremo in Cina manager cinesi per poter sviluppare un piano economico che vada al di là delle sponsorizzazioni. Maggio e giugno saranno vitali per sviluppare questa società in Cina.»

Parole di una chiarezza che non lasciano spazio a dubbi. Chiarezza che sembra essere stata alquanto sottovalutata se non ignorata dai cronisti sportivi che da subito hanno iniziato a vagheggiare campagne acquisti milionarie da parte dei nuovi proprietari, senza però far sapere quali soldi sarebbero stati utilizzati.

Il nuovo Milan è in garanzia per una parte alle banche creditrici e per l'altra ai fondi d'investimento che hanno finanziato l'acquisto della squadra da parte di Yonghong Li e Li Han. A questo bisogna aggiungere che i due "misteriosi" imprenditori cinesi entro 18 mesi dovranno restituire i soldi avuti in prestito per completare l'operazione di acquisto, con l'aggiunta degli interessi per un importo di 370 milioni di euro.

Ma come faranno i cinesi a trovare i soldi per allestire una nuova squadra che già dal prossimo anno dovrebbe essere competitiva per approdare in Champions? Le parole di Fassone ce lo hanno spiegato. Nei prossimi mesi, prima che finisca la campagna acquisti, Yonghong Li e Li Han andranno a bussare in patria per riuscire ad acquisire quei capitali che non sono riusciti a trovare in quasi dodici mesi.

Adesso, dopo esser diventati proprietari del Milan, riusciranno nell'impresa? Se così non sarà, il Milan, paradossalmente, rischierà di vivacchiare per i prossimi due anni disputando campionati anonimi, fintanto che i nuovi padroni americani (e lussemburghesi) non troveranno altri proprietari da cui recuperare il loro investimento.

Autore Manolo Serafini
Categoria Sport
ha ricevuto 126 voti
Commenta Inserisci Notizia