Una bambina di 4 anni di Trento è morta di malaria all’ospedale Civili di Brescia, dove era stata trasferita dall’ospedale Santa Chiara di Trento, dove inizialmente era stata ricoverata.
La ministra Lorenzin, senza por tempo in mezzo, ha inviato gli ispettori ad indagare sul caso. Per quale motivo? Perché è necessario spiegare come una bimba che non si è mossa dall'Italia possa essere morta di malaria.
Infatti, il modo più comune di contrarre l'infezione è quello di esser punti da un particolare tipo di zanzara. Ma questo può accadere solo se uno si è recato in alcune zone del Sud America, dell'Africa e, in misura minore, in Medioriente e Oriente.
Ma non è il caso della bambina di Trento che, con i suoi genitori, ha fatto solo una vacanza al mare sulla costa veneta. Come è stato possibile allora che potesse contrarre la malattia? È questo il motivo dell'indagine del ministero, considerando che altre possibili modalità di contagio sembrano non poter riguardare la bimba.
Tra queste, da citare la trasfusione di sangue infetto o l'utilizzo di siringhe infette. Ma c'è anche la cosiddetta malaria da aeroporto con zanzare che trasmettono l'infezione trasportate tramite aereo da paesi dove le epidemie sono ancora presenti.
In Italia, dove la malaria in passato era presente, ma da tempo eradicata, l'ultimo focolaio registrato è stato in Sicilia nel 1962.
Naturalmente, in un caso simile, non poteva mancare la dichiarazione del leghista di turno. Questa volta si chiama Paolo Grimoldi, è segretario della Lega in Lombardia e, addirittura, deputato della Repubblica. Ecco ciò che ha dichiarato: «Una bimba morta di malaria, a casa nostra, senza mai essere andata all’estero! E ci sono stati numerosi casi precedenti! Sembra evidente che a portare in Italia malattie che da noi erano state debellate da decenni sono gli immigrati che arrivano dall’Africa.»
E una persona capace di tale logica viene pagata ogni mese con migliaia di euro di soldi pubblici per scrivere, valutare e votare leggi con le quali il Paese dovrebbe essere governato. Anche questo è uno dei tanti scandali che caratterizzano l'Italia.