MARCIANISE - (Ernesto Genoni) - Ieri si sono tenute le celebrazioni per la ricorrenza del santo napoletano, (Casoria, 11 marzo 1814 – Napoli, 30 marzo 1885) – che concluse la sua missione terrena a Napoli, presso l’Ospizio Marino di Posillipo. Padre Ludovico viene ricordato dalla Chiesa il 17 giugno, nella ricorrenza della sua vestizione religiosa - secondo il Calendario proprio della Congregazione delle Suore Francescane Elisabettine, dette suore Bigie, congregazione fondata da padre Ludovico, al secolo Arcangelo Palmentieri, religioso italiano dell'Ordine dei Frati Minori Scalzi. A 18 anni entra a far parte dei Francescani Alcantarini.
Infatti padre Ludovico, vestì l’abito serafico nel convento di S. Giovanni in Palco a Taurano (Avellino) il 17 giugno 1832, e ordinato sacerdote il 4 giugno 1837, si dedicò principalmente allo studio e all’insegnamento della chimica, della matematica e della fisica.
Fu sacerdote professo dell’Ordine dei Frati Minori, che, spinto da ardore di carità verso i poveri di Cristo, istituì le due Congregazioni dei Fratelli della Carità (Bigi) e delle Suore Francescane di Santa Elisabetta (Bigie).
Con l’avvio della postulazione per la causa dei santi, appena 108 anni dopo la morte, il 18 aprile 1993 giunge la Beatificazione sotto Papa Giovanni Paolo II, e la Canonizzazione come Santo, il 23 novembre 2014, sotto papa Papa Francesco, con la celebrazione in Piazza San Pietro.
Tra le sue innumerevoli realizzazioni per l’evangelizzazione ricordiamo l’incontro con il sacerdote genovese Giovan Battista Olivieri, che nel 1854, gli ispirò l’opera destinata al riscatto e alla formazione cristiana dei bimbi africani venduti come schiavi. Ne accolse nello stesso anno i primi due, avviando così “l’Opera dei Moretti” che, nei piani di evangelizzazione missionaria di P. Ludovico, doveva servire ad educare i giovani africani per farne gli apostoli dell’Africa. Diceva: “L’Africa convertirà l’Africa”- Sempre a favore della Chiesa in Africa, padre Ludovico, ottenne poi dalla S. Congregazione di “Propaganda Fide”, la stazione missionaria africana di Scellal, per residenza dei suoi missionari, e vi si recò personalmente a prenderne possesso.
Padre Lodovico nel settembre 1865 mandò in Egitto, per la via di Messina, quattro soggetti del suo Istituto; e il 26 ottobre dello stesso anno, lui con altri tre arrivava a Verona per unirsi a Comboni secondo gli accordi presi con la “Propaganda Fide” e continuare verso la meta di Scellal in Assuan-d’Egitto.
“Per il viaggio fino ad Assuan, arrivando in nave ad Alessandria d’Egitto, e poi per il Cairo e poi a Scellal, - raccontano le cronache del tempo - un lungo viaggio per quei tempi, spesero, con padre Combon fondatore dei comboniani, 32 napoleoni (un napoleone: noto anche come 20 Franchi d’oro).
Sbarcati ad Assuan valicarono il breve tratto di deserto e il 6 gennaio, festa dell'Epifania, presero possesso della stazione di Scellal. - - La casa della missione era sulla riva del Nilo, di fronte alla famosa isola di File. Era una casa grande, con una cappella fornita di tutto il necessario. Il suolo era arido e la missione doveva provvedersi di tutto dalla vicina città di Assuan.” Un’opera che richiese grande sforzi fin dall’inizio.
In seguito il Beato dette vita ad altre numerose opere assistenziali: “l’Opera degli Accattoncelli” per il recupero degli “scugnizzi” napoletani, vari “Ricoveri” per anziani, convitti, scuole, colonie agricole, ospizi per fanciulli scrofolosi, Monti di Pietà, tipografie, bande musicali, ecc. Ad Assisi, nel 1871, aprì una casa per ciechi e sordomuti. A Firenze, nel 1877, edificò una chiesa in onore del S. Cuore di Gesù, la prima in Italia.
Un augurio va a tutte le suore Elisabettine Bigie, che continuano, con il carisma loro impresso da padre Ludovico, con fede, generosità e umiltà, un’opera sociale di inestimabile valore.