Dei passi avanti sulla Brexit sono stati fatti, ma non sufficienti per convincere tutte le parti della bontà del piano per sostituire l'indigesto backstop di Theresa May.

L'accordo, che nella notte era stato indicato essere ad un passo, non si è trovato. A mettersi di traverso sono gli unionisti nordirlandesi del DUP. I vertici del partito rappresentato da Arlene Foster e Nigel Dodds non sono convinti dello status giuridico dell'Irlanda del Nord all'interno del Regno Unito, una volta che questo non farà più parte dell'Ue.

Il loro voto è in ogni caso indispensabile perché un piano possa essere essere approvato alla Camera dei Comuni.

Negoziatori e leader europei, a partire dalla Merkel, vedono la possibilità di concludere, una volta per tutte, la questione Brexit e per questo l'appuntamento del Consiglio europeo, cui parteciperà anche Boris Johnson, è visto come un'opportunità e i colloqui, pertanto, proseguiranno anche nelle prossime ore.

Il primo ministro irlandese Leo Varadkar, inoltre, ha dichiarato che se un accordo non può essere raggiunto nei prossimi due giorni, i leader europei potrebbero riunirsi di nuovo prima della fine del mese, se necessario.

In attesa di conoscere che cosa accadrà nelle prossime 48 ore, il governo Johnson, in base al Benn Act, è tenuto ad inviare a Bruxelles la richiesta formale di una nuova data di scadenza per la Brexit, come previsto in mancanza del raggiungimento di un accordo entro il 19 ottobre.