Un Manifesto per la Democrazia Culturale
"Occorre definire un nuovo Welfare culturale che garantisca la democrazia e la socializzazione delle esperienze che sapremo proporre non più proponendo cultura come prodotto ma che sia fondato su modelli innovativi di una cultura come processo collettivo che sappia affiancare ogni individuo nel percorso di rinascita civile, economica e sociale che ogni italiano vuole raggiungere nel più breve tempo possibile".
E' la proposta per il post pandemia che Daniela Trunfio e Stefano Pierpaoli di +Cultura Accessibile, associazione che si occupa di rendere sempre più fruibile la culture anche per persone con disabilità, formulano in una lettera al ministro dei Beni culturali e del Turismo Dario Franceschini. Missiva che verrà inviata anche alla Presidenza del Consiglio.
"Siamo preoccupati inoltre - continuano Trunfio e Pierpaoli - di scelte che privilegino la digitalizzazione della cultura e della scuola se non opportunamente controbilanciate da un piano di ricomposizione culturale che riqualifichi prima di tutto il ruolo e il profilo dei lavoratori della cultura e dello spettacolo, che valorizzi i luoghi di prossimità in cui vivere l'esperienza culturale e che metta al centro il rapporto con la cittadinanza in una dimensione etica di responsabilità e di garanzia democratica".
I due firmatari della lettera, che inviano un documento per "un ragionamento di sistema sul Welfare e la Democrazia culturale", sottolineano inoltre che "in questi anni si sono ripresentate più volte profonde criticità sulla qualità della nostra offerta culturale e soprattutto si è andato perdendo il rapporto di sostegno sociale che deve provenire da una fruizione di spessore".
"Il grande tema che riguarda il futuro della produzione culturale - concludono - è legato all'accesso e alla democrazia culturale intesa come spazio di partecipazione attiva per la popolazione, di narrazione del presente e di interpretazione delle complesse dinamiche che dovremo affrontare. Non basterà più rappresentare il successo delle proposte attraverso numeri di audience, di spettatori e di visitatori. Era profondamente errato prima lo sarà ancor più in futuro, diventando colpevolmente uno strumento di mistificazione e di intorpidimento per i cittadini"