Il libro, edito nel 2005, e riedito dopo un discreto successo, narra la storia di Luisa, una ragazza italiana  cresciuta in piena era femminista,  e del suo approdo all'amore esotico prima, poi terribilmente serio, che la condurrà alla condizione matura.

Non si dovrebbe nemmeno più parlare di "coppie miste". Esistono le coppie e basta. Ma, una volta inteso che il tentativo più periglioso riguarda l'approccio con l'Africa, bisogna convenirne: sono le donne a buttarsi, a rischiare, a volere tutto e fino in fondo. 

Trascorsi i primi anni duemila abbastanza da tentare qualche statistica sommaria, il bilancio in realtà è ancora da trarre. Molte emancipate estreme vanno in giro per mero turismo sessuale, emulando i maschi, predatrici quanto loro.

Come capita spesso in quelle aree geografiche, il visitatore nota un’oscillazione tra sessualità evidente e precoce, derivante da antiche e promordiali libertà tribali, e un moralismo religioso secondo alcuni sempre più traballante, e non solo per colpa della cattiva influenza occidentale.

Come sempre, è l’altra metà del cielo a farsi carico del problema. Schematizzare non è mai semplice e forse è inopportuno, ma per mera chiarezza di esposizione si potrebbe tentare una classificazione di massima di chi ha cercato l’amore “altrove”.

- ragazze deluse, che talora si trasferiscono armi e bagagli e si sposano in colorate e festose cerimonie locali;

-  divorziate che hanno già tentato in patria un riscatto mancato;

- mature che un po’ amano e un po’ aiutano e magari chiudono un occhio sui vizietti dei loro spesso aitanti partners;

- perchè no, unioni in apparenza riuscite, o afflitte da problemi comuni alle coppie di tutto il mondo.

Pare che nella scelta giochi, più o meno inconsciamente, un sotterraneo o palese rifiuto dell’uomo connazionale, ormai visto come ostile rispetto ai ragazzi "diversi" che, se pure smetteranno presto di sorridere, hanno regalato per un poco un’illusione non provata da tempo. La galassia delle interessate si sta espandendo, prima da nord, ora anche nel sud più riottoso a unioni particolari; e le future generazioni di nati qui offriranno, si spera, spunti meno balbettanti di quelli cui ora siamo costretti.

Se i due (con eventuali figli) vivono in Italia, si entra comunque in un mondo nuovo, secondo il proprio temperamento: aderendovi in toto con entusiasmo e sincero desiderio di conoscenza, o tornando viceversa, sconfitte, alle proprie origini; oppure ancora, tenendosi ai margini e osservandolo.

Resta il fatto che il contatto cambia le prospettive e occorre saper gestire due aspetti di se stesse: quello dedicato all’Africa e quello conservativo del proprio background che, si capisce presto, non deve annullarsi, pena ritrovarsi considerati alla stregua di uno zombie, negli ambienti dove la propria vita deve continuare secondo canoni occidentali.

Da tempo si odono in web resoconti amari di signore disilluse, piantate, a volte progressiste armate di amore ideologico più che di sentimento profondo, attratte dalla fisicità dei compagni, che, come è noto, non compensa, alla lunga, il troppo che manca e le difficoltà peculiari del ménage.

Come andrà a finire? Ai posteri l’ardua sentenza, vorremmo dire. Però ci permettiamo di aggiungere: l’amore, quello vero, se c’è paga, e dovrebbe funzionare anche in questi casi.

Black Romeo, di Carmen Gueye, Eidon Edizioni, disponibile in PDF