Il capo dell'ala politica del Movimento di resistenza palestinese Hamas, il 62enne Ismail Haniyeh, è stato assassinato nella sia residenza a Teheran, insieme a una guardia del corpo, all'alba di mercoledì. Haniyeh si trovava nella capitale iraniana per la cerimonia di insediamento del neo eletto presidente Masoud Pezeshkian.

Così Hamas ha dato l'annuncio della morte del suo leader:

"Nel nome di Dio, il Compassionevole, il Misericordioso. [E non pensate che quelli che sono uccisi per la via di Dio siano morti. Piuttosto, vivono con il loro Signore e ricevono provviste.]Il Movimento di Resistenza Islamica Hamas piange il nostro grande popolo palestinese, la nazione araba e islamica, e tutti i popoli liberi del mondo: fratello, leader, martire, Mujahid Ismail Haniyeh.Il capo del movimento è stato ucciso in un raid sionista a tradimento nella sua residenza a Teheran, dopo aver partecipato alla cerimonia di insediamento del nuovo presidente iraniano.A Dio apparteniamo e a Lui ritorneremo. Ed è una lotta, una vittoria o un martirio".

Più articolato, invece, il commento dell'ala militare di Hamas, le Brigate Qassam, in cui l'assassinio di Haniyeh è stato definito un "evento pericoloso":

"Con le più alte espressioni di orgoglio e onore, le Brigate Izz al-Din al-Qassam annunciano al nostro popolo palestinese in lotta, alle nostre nazioni arabe e islamiche e ai popoli liberi del mondo, il martirio del leader Ismail Abdul Salam Haniyeh, comandante del Movimento di Resistenza Islamica Hamas.È stato martirizzato in seguito a una vile operazione di assassinio sionista che ha preso di mira la sua residenza a Teheran. In risposta a questo crimine nazista, affermiamo i seguenti punti:In primo luogo, il leader e combattente 'Abu al-Abd' ascese dopo una vita piena di dedizione, lotta e sacrifici. Durante tutto il suo percorso, ha accompagnato le varie tappe dello sviluppo e della lotta del movimento, lasciando contributi e segni chiari in diversi punti. Ha dato molto alla causa palestinese e ha svolto un ruolo significativo nel rafforzare la resistenza, unificare gli sforzi della nazione e dirigere la bussola verso Gerusalemme.La sua vita è culminata nel martirio durante la battaglia più nobile, "l'Alluvione Al-Aqsa", combattuta dal nostro popolo e dai liberi della nostra nazione in difesa di Al-Aqsa e dei luoghi santi.In secondo luogo, l'assassinio criminale del leader Haniyeh nel cuore della capitale iraniana è un evento significativo e pericoloso che sposta la battaglia su nuove dimensioni e avrà importanti ripercussioni in tutta la regione.Il nemico ha sbagliato i calcoli espandendo la portata dell'aggressione, assassinando i leader della resistenza in varie arene e violando la sovranità degli Stati regionali. Il criminale Netanyahu, accecato da manie di grandezza, sta spingendo l'entità dell'occupazione verso l'abisso, accelerando il suo collasso e la rimozione permanente dalla terra palestinese.In terzo luogo, questa sconsideratezza sionista deve finire, e il nemico deve essere frenato, con la sua mano che deve essere trattenuta per prevenire ulteriori aggressioni. I continui crimini del nemico su vari fronti suonano come un allarme per tutte le nazioni e i popoli della regione, costringendo tutti a sostenere e sostenere la resistenza in Palestina. Questa resistenza funge da prima linea di difesa per l'intera nazione, motivo per cui il nemico si sforza di schiacciarla e sottometterla per concentrarsi su un'aggressione più ampia contro le nazioni e i popoli della regione.In quarto luogo, il sangue del nostro leader Ismail Haniyeh, mescolato oggi con il sangue dei bambini, delle donne, dei giovani e degli anziani di Gaza, e con il sangue del nostro popolo e dei nostri combattenti, sottolinea che la resistenza e i suoi leader sono al centro della battaglia al fianco del loro popolo. Questo prezioso sangue non sarà versato invano, ma illuminerà il cammino verso la liberazione. Il nemico pagherà la sua aggressione con il proprio sangue a Gaza, in Cisgiordania e all'interno dei suoi confini, ovunque i nostri combattenti arrivino per volontà di Dio".

Il portavoce del ministero degli Esteri iraniano, Nasser Kanaani, ha commentato l'uccisione di Ismail Haniyeh, dichiarando che il suo sangue non sarà stato versato invano.

Kanaani ha espresso le condoglianze per il martirio di Haniyeh alla "grande nazione" palestinese, ad Hamas, a tutti i gruppi di resistenza e ai paesi che sostengono la causa palestinese.

Il portavoce ha poi sottolineato che le organizzazioni competenti della Repubblica islamica stanno indagando sull'accaduto, asggiundgendo che il martirio di Ismail Haniyeh a Teheran "rafforzerà i profondi legami tra la Repubblica islamica dell'Iran, la cara Palestina e la Resistenza palestinese".

Anche se Israele non ha formalmente rivendicato la responsabilità dell'assassinio, un ministro israeliano ha celebrato la morte di Haniyeh in un post su X. Intanto, il premier Netanyahu ha riunito il gabinetto di sicurezza per anticipare le mosse di eventuali ritorsioni.

Per il Qatar, quanto accaduto nelle ultime ore in Libano e i Iran non possono essere un incentivo per la liberazione dei detenuti israeliani a Gaza.

Da Ramallah, il presidente Mahmoud Abbas ha dichiarato oggi una giornata di lutto nazionale per protestare contro l'assassinio di Ismail Haniyeh. Il presidente dell'Autorità Palestinese ha ordinato che le bandiere siano esposte a mezz'asta nei governatorati di tuttanla Cisgiordania. Questa mattina il Presidente ha invitato il popolo palestinese a unirsi, a essere paziente e fermo di fronte all'occupazione israeliana.

Haniyeh era nato nel campo profughi di Shati, sulla costa di Gaza City, da genitori sfollati dalla loro città di Asqalan (ora denominata Ashkelon) nel 1948.

Da giovane, Haniyeh era uno studente attivista dell'Università islamica di Gaza City, dove studiava letteratura araba. Mentre frequentava l'università nel 1983, si unì al Blocco studentesco islamico, un'organizzazione ampiamente considerata come anticipatrice di Hamas.

Quando nel dicembre 1987 scoppiò una rivolta palestinese contro l'occupazione israeliana, passata alla storia come la prima Intifada, Haniyeh era tra i giovani che presero parte alle proteste. Quello è stato anche l'anno in cui Hamas è stata fondata, con Haniyeh tra i suoi membri più giovani.

Israele ha imprigionato Haniyeh almeno tre volte. Dopo aver scontato la sua condanna più lunga, un periodo di tre anni, è stato deportato in Libano nel 1992 insieme a centinaia di altri membri del movimento, tra cui i leader Abdel-Aziz al-Rantissi e Mahmoud Zahhar, oltre a quelli di altri gruppi della resistenza palestinese.

Haniyeh tornò a Gaza un anno dopo la firma del primo accordo di Oslo e divenne uno stretto confidente dello sceicco Ahmad Yassin, leader spirituale e fondatore di Hamas. Dopo che Israele ha rilasciato Yassin dal carcere nel 1997, Haniyeh è stato nominato suo assistente.

Questo alto profilo ha fatto sì che Haniyeh diventasse un bersaglio da eliminare. Haniyeh e Yassin sono sopravvissuti a un tentativo di omicidio israeliano nel settembre 2003 fuggendo per un pelo da un edificio a Gaza City pochi secondi prima che fosse colpito da un attacco aereo israeliano.

Tuttavia, mesi dopo, Yassin è stato ucciso dalle forze israeliane mentre usciva da una moschea dopo le preghiere dell'alba. Il mese successivo, al-Rantisi è stato assassinato in un attacco missilistico di un elicottero israeliano su Gaza City.

La statura di Haniyeh all'interno del movimento palestinese è cresciuta ulteriormente nel 2006, quando Hamas si è presentato alle elezioni legislative palestinesi per la prima volta dalla sua istituzione. Con un risultato scioccante, il gruppo ha ottenuto il maggior numero di voti, assestando un duro colpo a Fatah e facendo di Haniyeh il primo ministro dell'Autorità Palestinese (ANP).

Il risultato ha colto impreparati gli Stati Uniti, che avevano indetto le elezioni.

L'allora senatrice di New York Hillary Rodham Clinton disse in registrazioni trapelate dopo le elezioni: "Non credo che avremmo dovuto spingere per le elezioni nei territori palestinesi. Penso che sia stato un grosso errore. E se avessimo voluto spingere per le elezioni, allora avremmo dovuto assicurarci di fare qualcosa per determinare chi avrebbe vinto".

 Insoddisfatti del ruolo centrale di Hamas nel governo palestinese, i governi occidentali hanno interrotto gli aiuti all'Autorità Palestinese, mettendo l'organismo sotto gravi difficoltà finanziarie. Gli Stati Uniti e molti altri governi occidentali considerano Hamas un'organizzazione "terroristica".

Tra le pressioni occidentali e le crescenti tensioni tra Hamas e Fatah, il presidente dell'Autorità Palestinese Mahmoud Abbas ha destituito Haniyeh e sciolto il suo governo. Ciò ha portato nel 2007 a un governo indipendentedi Hamas, guidato da Haniyeh.

Quando Hamas ha preso il potere, Israele, in collaborazione con il vicino Egitto, ha imposto un assedio all'enclave, che è continuato per 17 anni. 

Nominato capo dell'ufficio politico di Hamas nel 2017, in sostituzione di Khaled Meshal, Haniyeh ha guidato la diplomazia di Hamas da diverse località, tra cui la Turchia e la capitale del Qatar, Doha, servendo come negoziatore nei colloqui per il cessate il fuoco o impegnandosi in colloqui con l'Iran.

Dopo gli attacchi del 7 ottobre nel sud di Israele, il governo di Israele ha affermato che i leader di Hamas erano a tutti gli effetti sulla sua lista nera. Da allora, molti dei parenti stretti di Haniyeh sono stati uccisi a Gaza.

Ad aprile, tre dei suoi figli sono stati uccisi in un attacco aereo israeliano che ha colpito l'auto su cui viaggiavano. Anche quattro dei suoi nipoti sono stati uccisi: tre ragazze e un ragazzo. In tutto, aveva detto Haniyeh, 60 dei suoi parenti sono stati uccisi negli ultimi 10 mesi.

Il suo assassinio segna l'ennesimo assassinio di un alto dirigente di Hamas. Più di recente, quest'anno, l'alto funzionario di Hamas Saleh al-Arouri è stato ucciso in un attacco di droni israeliani a Beirut.