Una storia basata sulla libertà e sull’amore dei giovani rivoluzionari anni trenta.

 Roma. Al Museo Nazionale etrusco di Villa Giulia giovedì 5 luglio è stato consegnato il premio Strega 2018 al Helena Janeczeck, scrittrice nata a Monaco nel 1964 e residente a Milano da oltre 30 anni, premiata con 196 voti dalla giuria con il libro “La ragazza con la leika” edizioni Guanda.

Al secondo posto con 144 voti Marco Balzano con “Io resto qui” (Einaudi) seguito da Sandra Petrignani con “La corsara, ritratto di Natalia Ginzburg (Neri Pozza) con 101 voti, Carlo De Amicis  “Il gioco” (Mondadori) con 57 voti, e Lia Levi con il suo “Questa sera è già domani” (Edizioni E/O) con 55 voti.

L’ulteriore contaminazione fra arti visive e letterarie nel corso della serata grazie alla consegna del riconoscimento speciale, per mano del Vice Direttore Generale BPER Banca Gianfranco Venturini, alla scultura della giovane artista Federica Amuro con “Un visibile parlare”, opera per l’occasione riprodotta in cinque esemplari per  cinque finalisti. La bella illustrazione che ha accompagnato l’evento  è firmata Riccardo Guasco.

 

La ragazza con la Leika, storia di una Pasionaria  anni trenta

“Da quando hai visto quella foto ti incanti a guardarli. Sembrano felici, molto felici, e sono giovani, come si addice agli eroi. Belli non potresti dirlo  ma neanche negarlo, e comunque non appaiono eroici per nulla. Colpa della risata che chiude i loro occhi e mette a nudo i denti, un riso non fotogenico ma così schietto da renderli stupendi.”

E’ l’incipit del romanzo, dove al  centro dell’obbiettivo e con una messa a fuoco letteraria, la giovanissima tedesca Gerda Taro (Gerda Pohorylle) con il suo compagno Robert Capa, fotoreporter ungherese.

  La protagonista – di cui la scrittrice ne riporta fedelmente la vicenda grazie agli studi a lei dedicati -  è nata  all’inizio del secolo scorso ed è morta a soli 27 anni, il 26 luglio del 1937, schiacciata dai cingoli di un carro armato,  mentre si trovava in Spagna reduce dalla fuga da Parigi  dopo aver militato nelle file di  movimenti di sinistra al fianco di  un gruppo di intellettuali.

Gerda, che si automantiene svolgendo lavori di segretaria e modella solo per fare la fotografa e che Hemingway all’epoca definì  brutalmente  “puttana”, è una donna viva,  ribelle nel senso di “pasionaria”, determinata e di grande spessore, come spesso lo furono le donne negli anni trenta: per fotografare un mondo in rapido cambiamento, impara ad usare la sua Leika  da Robert Capa,  spesso fermando le sue istantanee sui compagni idealisti combattenti, come l’amica Lipsia Ruth Cerf con la quale vive a Parigi, Willy Chardach, detto il Bassotto, che si accontenta di un ruolo di cavalier servente, o ancora il militante Georg Kuritzkes.

“Volevo fare il romanzo di una generazione – ha spiegato l’autrice – di cui lei diventa il cuore pulsante. I personaggi del libro sono più vicini a lei, una donna che racchiude lo spirito del tempo e resta nel cuore …” ed aggiunge “ non le somiglio perché lei, a differenza mia, è nata coraggiosa, mentre io il coraggio ho imparato a tirarlo fuori solo dopo molto tempo. “

Tutto al femminile dunque, personaggio e autrice, per lo Strega 2018 che premia il gentil sesso a distanza di 15 anni dopo il libro “Vita” di Melania Mazzucco del 2003: anche le dinamiche del premio segnalano   cambiamenti con la vittoria di Guanda, piccola casa editrice del gruppo GeMs. Ricordiamo che la Janeczek ha pubblicato Lezioni di Tenebra (Mondadori 1997), Cibo (2002 Mondadori), Le rondini di Montecassino (Guanda 2010), Bloody Cow (2012 Il Saggiatore). Mille auguri!

 

Una storia basata sulla libertà e sull’amore dei giovani rivoluzionari anni trenta.

 Roma. Al Museo Nazionale etrusco di Villa Giulia giovedì 5 luglio è stato consegnato il premio Strega 2018 al Helena Janeczeck, scrittrice nata a Monaco nel 1964 e residente a Milano da oltre 30 anni, premiata con 196 voti dalla giuria con il libro “La ragazza con la leika” edizioni Guanda.

Al secondo posto con 144 voti Marco Balzano con “Io resto qui” (Einaudi) seguito da Sandra Petrignani con “La corsara, ritratto di Natalia Ginzburg (Neri Pozza) con 101 voti, Carlo De Amicis  “Il gioco” (Mondadori) con 57 voti, e Lia Levi con il suo “Questa sera è già domani” (Edizioni E/O) con 55 voti.

L’ulteriore contaminazione fra arti visive e letterarie nel corso della serata grazie alla consegna del riconoscimento speciale, per mano del Vice Direttore Generale BPER Banca Gianfranco Venturini, alla scultura della giovane artista Federica Amuro con “Un visibile parlare”, opera per l’occasione riprodotta in cinque esemplari per  cinque finalisti. La bella illustrazione che ha accompagnato l’evento  è firmata Riccardo Guasco.

 

La ragazza con la Leika, storia di una Pasionaria  anni trenta

“Da quando hai visto quella foto ti incanti a guardarli. Sembrano felici, molto felici, e sono giovani, come si addice agli eroi. Belli non potresti dirlo  ma neanche negarlo, e comunque non appaiono eroici per nulla. Colpa della risata che chiude i loro occhi e mette a nudo i denti, un riso non fotogenico ma così schietto da renderli stupendi.”

E’ l’incipit del romanzo, dove al  centro dell’obbiettivo e con una messa a fuoco letteraria, la giovanissima tedesca Gerda Taro (Gerda Pohorylle) con il suo compagno Robert Capa, fotoreporter ungherese.

La protagonista – di cui la scrittrice ne riporta fedelmente la vicenda grazie agli studi a lei dedicati -  è nata  all’inizio del secolo scorso ed è morta a soli 27 anni, il 26 luglio del 1937, schiacciata dai cingoli di un carro armato,  mentre si trovava in Spagna reduce dalla fuga da Parigi  dopo aver militato nelle file di  movimenti di sinistra al fianco di  un gruppo di intellettuali.

Gerda, che si automantiene svolgendo lavori di segretaria e modella solo per fare la fotografa e che Hemingway all’epoca definì  brutalmente  “puttana”, è una donna viva,  ribelle nel senso di “pasionaria”, determinata e di grande spessore, come spesso lo furono le donne negli anni trenta: per fotografare un mondo in rapido cambiamento, impara ad usare la sua Leika  da Robert Capa,  spesso fermando le sue istantanee sui compagni idealisti combattenti, come l’amica Lipsia Ruth Cerf con la quale vive a Parigi, Willy Chardach, detto il Bassotto, che si accontenta di un ruolo di cavalier servente, o ancora il militante Georg Kuritzkes.

“Volevo fare il romanzo di una generazione – ha spiegato l’autrice – di cui lei diventa il cuore pulsante. I personaggi del libro sono più vicini a lei, una donna che racchiude lo spirito del tempo e resta nel cuore …” ed aggiunge “ non le somiglio perché lei, a differenza mia, è nata coraggiosa, mentre io il coraggio ho imparato a tirarlo fuori solo dopo molto tempo. “

Tutto al femminile dunque, personaggio e autrice, per lo Strega 2018 che premia il gentil sesso a distanza di 15 anni dopo il libro “Vita” di Melania Mazzucco del 2003: anche le dinamiche del premio segnalano   cambiamenti con la vittoria di Guanda, piccola casa editrice del gruppo GeMs. Ricordiamo che la Janeczek ha pubblicato Lezioni di Tenebra (Mondadori 1997), Cibo (2002 Mondadori), Le rondini di Montecassino (Guanda 2010), Bloody Cow (2012 Il Saggiatore). Mille auguri!