LNFP (LaLiga) e CVC (fondo britannico che opera in vari settori ed ha una capacità di investimento da decine di miliardi) hanno siglato un accordo che prevede la cessione del 10% delle quote di LNFP a CVC per 2,7 miliardi di euro, somma che, ripartita, andrebbe a finire fin da subito nelle casse delle società di calcio della prima e seconda divisione spagnola.
Dopo l'accordo, Real Madrid e Barcellona hanno rilasciato delle durissime prese di posizione al riguardo.
Real Madrid:
"Questo accordo è stato raggiunto senza contare sulla partecipazione del Real Madrid e oggi la Liga ci ha consentito per la prima volta un accesso limitato ai termini del contratto. I club hanno ceduto i diritti audiovisivi esclusivamente per la sua commercializzazione in regime di concorrenza e per un arco temporale di 3 anni. Questo accordo, utilizzando una struttura ingannevole, espropria le società del 10,95% dei propri diritti audiovisivi per 50 anni ed è contro la legge. La trattativa è stata condotta senza un processo concorrenziale e le condizioni economiche pattuite daranno una rendita a questo fondo opportunista di più del 20% all'anno. Questo fondo è lo stesso che ha provato, senza successo, a trovare accordi con la lega Seria A e con quella tedesca. Il Real Madrid non può appoggiare un'operazione che regala ad alcuni investitori il futuro di 42 club di prima e seconda divisione e il futuro di quei 50 club che vi parteciperanno nei prossimi 50 anni".
Barcellona:
"Dopo aver analizzato il recente annuncio de LaLiga su un accordo strategico con il fondo di investimento internazionale CVC, il Barcellona ritiene che l'operazione resa pubblica non sia stata sufficientemente discussa con i club (titolari dei diritti televisivi) e che la cifra pattuita non sia congrua. Il Club considera inopportuna la firma di un contratto della durata di 50 anni, viste le incertezze che da sempre circondano il mondo del calcio. Le condizioni del contratto di cui parla LaLiga condannano il futuro del club in termini di diritti audiovisivi. Il Barcellona esprime la sua sorpresa per quest'accordo promosso da Laliga, che non tiene conto del peso di squadre come la nostra, e non offre alternative per valutare vantaggi e svantaggi in uno scenario caratterizzato da molte domande come quello post-pandemia".
Oggi, alle proteste dei due club, in relazione all'accordo si aggiunge la contrarietà (oltre alla non tanto velata minaccia di azioni legali) da parte della Federcalcio spagnola (RFEF) che ha pubblicato il seguente comunicato in vista dell'assemblea che si terrà nella giornata di domani, giovedì 12 agosto: "La Real Federcalcio spagnola ha avuto modo di esaminare prima dell'Assemblea di domani e con un margine di sole 48 ore la documentazione fornita - non sappiamo se in modo completo - dalla LNFP che struttura l'operazione da essa voluta e CVC. Tale operazione, effettuata in assenza della minima pubblicità e concorso nella selezione dell'aggiudicatario, si articola in due parti: quella relativa alla commercializzazione dei diritti audiovisivi, da una parte; e il resto delle attività della LNFP, che costituiscono un gruppo eterogeneo, dall'altra. Per quanto riguarda gli accordi tra LNFP e CVC relativi ai diritti audiovisivi di società e società sportive, la RFEF deve esprimere la sua opposizione. Non solo per ragioni legali, che indubbiamente genereranno numerosi contenziosi derivanti dall'accordo e potrebbero mettere in dubbio la propria fattibilità, poiché è destinato a forzare all'estremo alcune istituzioni legali; ma anche per ragioni economiche, dal momento che i diritti di club e SAD sono pesantemente tassati per i prossimi cinquant'anni in cambio di una piccola somma di denaro. Ma la cosa più importante è che l'accordo aumenta le disuguaglianze e, in modo capitale e definitivo, rende impossibile una ragionevole evoluzione del formato della competizione calcistica professionistica in Spagna. facendo sì che in pratica ed in applicazione dell'accordo la competizione sia pietrificata senza possibilità di evoluzione o possa essere modificata solo quando un terzo esterno alla struttura sportiva lo decida o acconsenta, fatto che viola in maniera flagrante la legge e il modello sportivo europeo. Inoltre, dimenticatevi dei club che giocano competizioni non professionistiche che, al momento della loro promozione a competizioni professionistiche, vedranno che il loro reddito sia ridotto della retribuzione di CVC, senza aver ottenuto alcun beneficio dal contributo di quell'ente. Se ci sono club che, con i loro diritti inalienabili e indisponibili da terzi, vogliono indebitarsi volontariamente, non c'è problema a farlo, sia che si considerino le condizioni di mercato sia che siano usurai, ma non attraverso un contratto illecito che li obblighi a tutti, attraverso la falsa attribuzione in favore della LNFP di diritti che essa non possiede. Inoltre, vediamo poco rigoroso e molto opportunistico, cercare di andare oltre i confini della legge per raggiungere un accordo economico terribile e deplorevole per il futuro di tutto il calcio spagnolo e, invece, fantastico per un fondo e altri possibili beneficiari. La RFEF deve anche avvertire che non permetterà di ridurre il contributo al modesto calcio che deriva da questi diritti audiovisivi durante quei cinquant'anni. Il regio decreto-legge 5/2015 ha istituito un modello di marketing centralizzato molto vantaggioso per la LNFP, stabilendo controlli e contributi obbligatori per determinati scopi. Se la LNFP ora intende aggirare i controlli e ridurre i contributi a cui la obbliga il regio decreto legge, la RFEF sarà obbligata a intraprendere le opportune azioni legali per difendere i propri diritti e quelli del calcio non professionistico. A questo punto, va ricordato che il Consiglio superiore dello sport si troverebbe nella stessa situazione della RFEF. Per quanto riguarda il resto delle attività della LNFP, la RFEF si limita a verificare che intende creare un nuovo assetto societario, il cui unico scopo è che il Presidente della LNFP diventi Presidente della nuova entità, ricevendo anche nuove emolumenti per questo ed evitando i già pochi controlli che ora gli vengono imposti. In definitiva, analizzando l'operazione in una prospettiva cinquantennale, che è quella prevista da LNFP e CVC, nonché i suoi contenuti, dobbiamo concludere che essa eccede quanto si potrebbe intendere per commercializzazione dei diritti audiovisivi al che i poteri della Lega sono limitati e possono influenzare irreversibilmente il futuro della competizione. La RFEF, a conoscenza delle varie lamentele e commenti fatti da vari club di Prima e Seconda Divisione, ha comunicato la sua ferma opposizione a questo accordo, attraverso un burofax inviato alla LNFP".
L'accordo era stato inizialmente ideato e progettato per la Serie A, con la regia del presidente della Lega Paolo Dal Pino. Adesso, coloro che si erano stracciate le vesti perché alcune società avevano evitato che andasse in porto, forse dovrebbero iniziare a fare qualche riflessione.