In tre anni ha collezionato qualcosa come 36 brevetti e oltre 100 progetti depositati, chiamato dalle più grandi compagnie d'oltreoceano ha sempre preferito lavorare nel proprio paese con un occhio sempre attento a ciò che nel mondo stava accadendo cercando di dare forma ad una ricerca in campo informatico che tendesse all’umano.

Philip Kotler, il padre del marketing moderno, lo ha inserito nei 100 uomini più innovativi di questo 2023 e in una trasmissione della rete televisiva tedesca ZDF è stato paragonato a un moderno Nikola Tesla, non tanto per l'affinità di attività con il grande scienziato croato ma per la grande produttività di progetti e brevetti che ne ricorda la fecondità creativa.

Noi lo abbiamo incontrato in cima alle Dolomiti dove insieme alle guide Alpine e ad altri volontari sta effettuando un esperimento che oggi abbiamo il piacere di raccontarvi.

Hanno raggiunto i 3000 MT sulle Dolomiti e li hanno installato la postazione di VR attualmente più alta al mondo, è successo sulle cime Dolomitiche dove il ricercatore Massimiliano Nicolini, già a capo della divisione ricerca della fondazione olitec olimaint, ha raggiunto la cima Grostè (2.901 mt. slm) e lí ha effettuato una sperimentazione relativa all'utilizzo di un'applicazione sviluppata in vro che all'interno del visore indica, in realtà aumentata ed immersiva, tutta una serie di informazioni utili a chi per esempio effettua delle scalate e si ritrova su percorsi e sentieri che magari non conosce senza disdegnare l’applicabilità in campo militare a salvaguardia dei soldati.

L'esperimento che segna comunque un record mondiale, ovvero l'installazione di una postazione VRO ad un'altitudine dove mai era stata compiuta un'impresa del genere e soprattutto in un ambiente totalmente privo di qualsiasi comodità anche tecnologica, rimarca ancora come nel nostro paese ci siano menti eccellenti che però troppo spesso non ricevono il dovuto riconoscimento dalle istituzioni.

In questo contesto si è strutturata la capacità di poter alimentare un visore di ultima generazione attraverso due modalità energetiche: due piccoli pannelli solari portatili e una innovativa batteria al grafene che garantisce un'autonomia molto ampia ed una velocità di ricarica elevatissima.

Che cosa tende a provare questa iniziativa?

In realtà sono due le esperienze che sono state fatte , ci spiega Massimiliano Nicolini , la prima è la capacità di un visore di adattamento anche a quote molto alte in maniera autonoma ed in mancanza di supporti fisici a disposizione , la capacità comunicativa dell'applicazione VRO integrata nel visore in modalità stand alone ha permesso di poter operare anche in quelle sacche montuose dove mancava il segnale satellitare della rete internet.

Questo perché l'applicazione caricata all'interno del visore, direttamente con tutto il dataset di informazioni necessarie, utilizzando la sensoristica presente oltre a quella collegata tramite bluetooth e wifi ha permesso di poter comunque far si che l'applicazione raccogliesse informazioni in tempo reale e le elaborasse sulla base dei dati contenuti e, nel momento in cui si fuoriusciva da una sacca di segnale “0” di rete internet satellitare si entrava immediatamente in una sincronizzazione con aggiornamento a 300 mbps che riallineavano completamente tutta la base di informazioni presenti nel visore.

La seconda invece è stata la possibilità di testare una batteria sperimentale al grafene che da tempo stanno provando ad industrializzare ma che fino ad oggi era stata provata solo a livello di laboratorio, il vantaggio di questo tipo di batteria è che la sua ricarica attraverso i pannelli solari portatili che erano a disposizione è stata possibile in meno di un minuto e quindi ha permesso di poter sfruttare la totale carica dei dispositivi anche nelle conosciute condizioni di cambio di luminosità che ci sono a queste attitudini.

La combinata VRO - Visore - Pannelli Solari - Batterie al grafene - internet satellitare in backup con internet 5g (a breve sostituibile dal 6g) rende di fatto la soluzione d'uso unica e sempre operativa con zero vuoti di funzionamento.

Questo nuovo prodotto che nascerà da questa esperienza sostanzialmente sarà costituito dai seguenti elementi : 

  • Un visore leggero tipo steampunk collegato con un hotspot alimentato a batteria
  • Un impianto di connessione satellitare portatile
  • L'integrazione della connessione 5g/6g all'interno dell'hotspot
  • Batterie al grafene ultraleggere con la capacità di ricarica sia attraverso rete sia attraverso energia solare
  • Pannelli solari flessibili per la ricarica delle batterie
  • Sensori lidar per la scansione in tempo reale della superficie
  • GPS ad alta precisione
  • Emettitore trasmettitore di segnali a bassa frequenza
  • Laser di puntamento ad elevata profondità
  • Drone aliante

Questo kit sarà integrato in un semplicissimo zaino portatile che conterrà, in un peso contenuto non superiore ai 3.5 kg, tutte queste tecnologie integrate tra di loro e monitorate da una combinata di due processori che funzioneranno in backup nel caso in cui uno dei due dovesse avere un malfunzionamento.

L'hotspot di comando e controllo è dotato di una capacità di memorizzazione delle informazioni di cinque Terabyte e quindi può catalogare agilmente la mappatura che i lidar vanno a fare con una frequenza di impulso molto alta dando una rappresentazione iperrealistica di quello che è il panorama circostante all'operatore. Il tutto integrato con un sistema di caricamento immediato attraverso i protocolli vro per permettere in tempo reale di condividere le esperienzialità anche a persone che sono distanti migliaia di chilometri e che si possono trovare nella medesima posizione semplicemente indossando un visore a casa loro. La sensoristica di bordo montata all'interno della struttura fra l'altro permetterà di trasmettere nel dataset delle anche delle informazioni relative per esempio alla pendenza delle salite, alla rarefazione dell'aria, alla temperatura, per permettere di utilizzare questi dati e trasferirli all'interno di simulatori che ad oggi sono esistenti sul mercato e quindi riprodurre in tempo reale le medesime condizioni a distanza. È importante anche l’aver inserito anche un piccolo drone che in caso di necessità può essere sganciato e utilizzato per ricognizioni video di parti di percorso che non sono visibili o poco comprensibili, oppure come supporto in caso di emergenza e in caso tutti i sistemi collegati non fossero funzionali. Come funziona il drone integrato? Il funzionamento del drone è innovativo per quanto riguarda la parte di safe rescue, difatti nel caso in cui ci si trovi in difficoltà il drone può essere sganciato e lanciato per raggiungere delle zone dove esiste un qualche tipo di segnale e funzionare come ripetitore temporaneo giusto il tempo di inviare la comunicazione di aiuto e segnalare la propria posizione attraverso la rilevazione del GPS, oltre ciò il drone proseguirà la sua corsa fino al raggiungimento di un punto "Campo Base" dove una volta arrivato permetterà agli operatori a valle di poter scaricare le informazioni e comprendere la dinamica di quanto accaduto e raccogliere tutte le informazioni di posizionamento. Il drone ha la capacità di proseguire il suo volo anche in assenza di forza motrice per mancanza di energia, attraverso l'espulsione di una piccola ala portante dotata di una batteria estremamente leggera che permetterà il posizionamento dei timoni fino a raggiungimento del campo base qualora la distanza sia effettivamente elevata continuando nel suo percorso di discesa ad inviare continue informazioni per captare dei segnali ai quali trasmettere il pacchetto di dati del soccorso. E tutto è stato concepito in Italia, siamo un grande paese.