Il Mare di Azov è un'estensione del Mar Nero delimitata a ovest dalla Crimea e a est dalle coste della Russia. Per accedervi vi è un passaggio, lo Stretto di Kerch, attraversato da un ponte lungo 19 chilometri che la Russia ha completato quest'anno.

Nella notte tra domenica e lunedì nel tratto di mare tra Mar nero e Mare di Azov, alcune navi militari russe hanno catturato tre navi della marina militare ucraina, provocando il ferimento di alcuni dei militari a bordo.

La reazione dell'Ucraina, almeno politicamente, non poteva non essere adeguata rispetto a quanto avvenuto, anche perché i nazionalisti di estrema destra hanno subito colto l'occasione sia per protestare, bruciando anche pneumatici, davanti al consolato russo di Leopoli, sia per organizzare a Kiev una manifestazione contro il presidente Poroshenko, accusato di essere troppo accomodante nei confronti di Mosca.

Poroshenko, da parte sua, dopo aver chiesto una riunione urgente del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, ha riunito nel pomeriggio di lunedì  il Parlamento in sessione straordinaria per chiedere l'approvazione della legge marziale per 60 giorni, definendo l'attacco della Russia come atto folle e premeditato.

Sempre in base a quanto dichiarato da Poroshenko, la legge marziale non deve essere intesa come anticipazione di una dichiarazione di guerra, ma solo come una decisione per la difesa dell'Ucraina.

La Russia, naturalmente, nega qualsiasi responsabilità per quanto accaduto, con la portavoce del ministero degli Esteri, Maria Zakharova, che ha parlato di provocazione da parte dell'Ucraina.