Quando il governo di un Paese deve tirare a "campare" basandosi sui post pubblicati sui social da gente del "CALIBRO" di Salvini, Di Maio, Meloni, Renzi... - tanto per citare il meglio del peggio che l'Italia offre - è chiaro a tutti che le cose per quel Paese non possono e non potranno andar bene.
Ma a questo l'Italia è ridotta.
Così, mentre ieri Nicola Zingaretti (Pd) si complimentava con Conte perché sul MES aveva smontato una a una quelle che da lui erano state definite le bugie delle destre ("Basta raccontare frottole agli italiani. Gli altri parlano e noi affrontiamo e risolviamo i problemi del Paese. Dobbiamo spingere l'Europa verso nuovi obiettivi e una nuova fase, l'Italia può farlo da protagonista"), oggi Luigi Di Maio, il capo politico dei 5 Stelle in procinto di diventare capo politico di se stesso visti gli ultimi sondaggi, ha detto che il MES così com'è deve cambiare!
"Giuseppe Conte ha detto ieri, nel suo discorso alle Camere - ha scritto Di Maio - che tutti i ministri sapevano di questo fondo. Certamente sapevamo che il Mes era arrivato ad un punto della sua riforma, ma sapevamo anche che era all’interno di un pacchetto, che prevede anche la riforma dell'unione bancaria e l'assicurazione sui depositi.Cosa significa? Che le banche di tutti i Paesi, Italia compresa, devono essere aiutate in caso di difficoltà e che chi ha un conto corrente deve essere tutelato. Per questo, per il MoVimento 5 Stelle, queste tre cose vanno insieme e non si può firmare solo una cosa alla volta, sennò qui il rischio è che vada a finire che ci fregano. Quelle tre riforme, una volta ultimate, ci potranno dare un quadro complessivo dei vantaggi e dei rischi per l’Italia".
Quanto siano pretestuose le dichiarazioni di Di Maio è difficile dirlo, però, anche senza indagare più di tanto, per le regole europee non è possibile che l'Ue aiuti - in caso di bisogno - solo le banche di uno Stato e non quelle di tutti gli Stati. Inoltre, per quanto riguarda l'assicurazione sui depositi, già l'Italia prevede che questi siano rimborsati per intero entro i 100mila euro (nella sua dichiarazione le preoccupazioni di Di Maio sono rivolte ai risparmiatori e non certo alle banche).
Il MES, così come è formulato adesso, è stato approvato dal governo gialloverde. Oggi, prima i verdi e subito dopo i gialli, per non essere da meno ai verdi, fanno a gara nel dire che hanno approvato delle regole a loro insaputa. Evidentemente, l'allora presidente di garanzia, deve aver spiegato male ai ministri leghisti e a quelli grillini ciò di cui stava trattando in Europa oppure, in quel momento, ognuno di loro era in altre faccende affaccendato, vista la perenne campagna di propaganda che avevano inscenato già dal giorno dopo aver vinto le elezioni e non avevano tempo di prestare attenzione alle bagatelle di cui si occupava i premier.
Inutile, per il povero Zingaretti, affannarsi a dire che "sul Mes si è fatto un vertice in cui si è decisa una linea comune, che il presidente del Consiglio ha espresso una posizione alla Camera e al Senato e che poi ovviamente deciderà il Parlamento, come accade sempre in queste occasioni di carattere internazionale", perché per gli arruffa-popolo non c'è limite alla faccia tosta: una scusa o qualcuno a cui dare la colpa sono sempre a disposizione dietro l'angolo... almeno fintato che ci sia in circolazione qualcuno disposto ad abboccare alle loro fantasie.
Pertanto, adesso, la priorità di un Paese quasi completamente allo sbando è la riforma della riforma del MES!