"Milioni di euro di denaro pubblico per la “carne finta” e altre porcherie sperimentate da multinazionali straniere, alla faccia del lavoro e dei sacrifici dei nostri allevatori e agricoltori, e soprattutto della salute dei consumatori".

Così il senatore e segretario della Lega, Matteo Salvini, ha introdotto la seguente dichiarazione di Coldiretti contro la "carne coltivata":

"È inaccettabile che l'Unione europea finanzi con risorse pubbliche il business privato della carne in provetta dietro il quale si nascondono rilevanti interessi economici e speculazioni internazionali dirette a sconvolgere il sistema agroalimentare".

La "carne in provetta" o "carne finta" è quella che viene chiamata "carne coltivata" o "carne pulita"... tra l'altro già disponibile da qualche tempo. Si chiama così perché all'aspetto e al gusto (le opinioni su quest'ultimo punto sono difformi) sembra carne ottenuta da animali animali macellati, mentre invece è stata... coltivata.

Esistono due diversi metodi di coltivazione: uno è vegetale e si basa sulla soia, l'altro prevede la coltivazione di cellule di origine animale.

Che tipo di carne si ottiene? Della carne che può essere simile a quella di manzo, di pollo oppure di maiale... senza che vi sia molta differenza con quella "originale", eccettuato il taglio. La carne coltivata, infatti, è solo disponibile con l'aspetto di carne macinata... non esistono i tagli, anche se in Giappone ci stanno lavorando, dato che hanno trovato un metodo per stampare bistecche utilizzando stampanti 3D.

Ma per quale motivo è opportuno favorire la produzione e la distribuzione di questo tipo di carne?

Perché la quantità di carne prodotta è oggi quasi cinque volte maggiore di quella dei primi anni '60 anche se con grandi differenze tra i vari Paesi. In Italia il consumo medio è di quasi 80 kg a testa quando 60 anni fa erano di appena 21 kg!

Tale consumo, oltre che nemico degli animali, è anche nemico di foreste, oceani, biodiversità e, non ultimo, della nostra stessa salute, secondo Isabella Pratesi, Direttore Conservazione di WWF Italia:

"La nostra stessa sopravvivenza su questo Pianeta ci pone oggi l’obbligo - prima che sia troppo tardi - di ripensare il nostro sistema alimentare globale a partire dagli allevamenti intensivi. Oggi se vogliamo dare un futuro al Pianeta non basta più pensare ad abbattere le emissioni di CO2 dobbiamo ridurre le “emissioni” del sistema food che sono deforestazione, perdita di biodiversità, inquinamento e distruzione di ecosistemi".

Quindi, favorire la produzione di carne pulita, significa promuovere la sostenibilità ambientale.

"Una grandissima parte delle malattie infettive che hanno afflitto e affliggono l’uomo - tra cui il COVID-19 - sono trasmesse dagli animali. Il 60% delle malattie infettive umane e circa il 75% di quelle emergenti, che hanno colpito l’uomo negli ultimi 10 anni (come la malattia del Nilo occidentale, la SARS, l’influenza suina A H1N1), sono di origine animale. Oltre alla diffusione delle malattie, gli appetiti umani per la carne sono il motore scatenante di molte delle principali categorie di danno ambientale che oggi minacciano il futuro dell’umanità. L’inquinamento dell’aria e dell’acqua, i cambiamenti climatici, la distruzione di habitat prioritari, tra cui le foreste e le savane per fare posto a pascoli e monocolture destinate a produrre mangimi animali, l’alterazione dei cicli bio-geochimici, la resistenza agli antibiotici: sono tutti fenomeni che dimostrano concretamente a che livello di insostenibilità sia giunto l’attuale sistema zootecnico.È un dato di fatto che oltre il 50% degli antibiotici utilizzati globalmente è destinato all’allevamento animale e al settore veterinario, rappresentando un fattore di rischio per la selezione e diffusione di batteri resistenti. Oggi, in Europa 1/3 delle infezioni è causato da batteri resistenti agli antibiotici . Purtroppo, il nostro Paese detiene il triste primato nel contesto europeo, della mortalità per antibiotico-resistenza con il 30% dei decessi totali dovuti a batteri resistenti. Un altro notevole impatto degli allevamenti è quello sul cambiamento climatico. Nel comparto agricolo, tra i maggiori responsabili della produzione di gas serra ci sono gli allevamenti intensivi che generano il 14,5% delle emissioni totali.Le emissioni di azoto causate dagli allevamenti sono un terzo di quelle prodotte dall’uomo. A livello europeo, la produzione agricola è responsabile del 12% delle emissioni di gas serra: la maggior parte di queste emissioni – oltre il 60% - deriva dagli allevamenti, in particolare dal bestiame bovino. Inoltre, in Italia gli allevamenti intensivi sono la seconda causa di inquinamento da polveri sottili, preceduti solo dal riscaldamento degli edifici. La crescente domanda di carne e derivati animali degli ultimi decenni ha determinato anche l’espansione incontrollata delle colture per mangimi, influenzando tutto il sistema agricolo mondiale. Ogni anno un miliardo e mezzo di tonnellate di mangimi, tra cui principalmente soia e mais, entra negli allevamenti intensivi di tutto il mondo. La soia ha avuto negli ultimi 20 anni un’esplosione produttiva che non ha precedenti nella storia dell’agricoltura ed è tra i maggiori responsabili della deforestazione planetaria." (fonte WWF)

Adesso un'annotazione di carattere politico. Che Coldiretti possa sponsorizzare gli allevamenti intensivi ci può stare, anche se poi sarebbe opportuno che non ci venga a parlare di qualità del prodotto. E  ci può stare anche che un politico faccia il lobbista per Coldiretti.

Quello che invece non ci può stare è che un politico faccia il lobbista parlando a vanvera di carne finta, porcherie, multinazionali e addirittura di salute dei consumatori senza saper nulla, ma proprio nulla, di quello che sta dicendo, e soprattutto senza essere in grado di motivarlo con argomenti che abbiano un pur vago fondamento logico e/o scientifico.

Che Salvini sia o voglia sembrare un povero ignorante senz'arte né parte è assolutamente suo diritto ed è unicamente un problema che riguarda la sua sfera personale. Quello che fa indignare è che, da politico eletto e da segretario di partito rilasciando tali dichiarazioni, implicitamente ritenga che anche le persone a cui si rivolge, a partire da coloro che lo hanno votato, siano tutte ignoranti tanto quanto lui. E questo è realmente offensivo.