Durante la sessione delle Interrogazioni a risposta immediata, che si è svolta alla Camera il 23 novembre, i parlamentari Scotto, Airaudo, Bordo, Costantino, D'attorre e altri hanno presentato al ministro Alfano la seguente interrogazione:

"Il 15 novembre 2016 De Luca ha riunito trecento amministratori locali della Campania con il fine di organizzare la campagna per il «sì» al referendum. Dell'incontro pur essendo riservato – «non ci sono giornalisti e possiamo parlare tra di noi» come affermato dallo stesso De Luca – è stata resa pubblica una registrazione dell'intervento di questo ultimo.

L'intervento, oltre a contenere frasi a giudizio degli interroganti volgari, offensive e minacciose a cui purtroppo De Luca ricorre abitualmente tanto da poterle oramai considerare parte integrante del suo agire politico e amministrativo, contiene affermazioni gravissime nelle quali gli amministratori presenti vengono invitati, sollecitati e, secondo gli interroganti, quasi intimati ad utilizzare, quale argomenti per il «sì» al referendum, vari provvedimenti di spesa approvati in favore di interventi nel territorio della Campania e i fondi europei stanziati, inneggiando tra il divertito e il compiaciuto, come sottolineato da alcuni organi di stampa, al ricorso al più bieco e cinico clientelismo.

Di fronte ad una platea di sindaci, assessori e consiglieri viene ricordato che: «In questo momento abbiamo un'interlocuzione privilegiata con il Governo. (...) Sono arrivati fiumi di soldi: 2 miliardi e 700 milioni di euro per il Patto per la Campania, altri 308 per Napoli. (...) Ancora 600 milioni per Napoli. Che dobbiamo chiedere di più?»

Con riferimento alla sanità afferma: «Abbiamo provato a spiegare a due teste di sedano che in questo momento hanno funzioni di commissari, che non siamo la Toscana. Qui la sanità privata è il 25%, sono migliaia di persone. Io credo sinceramente che per come ci siamo mossi in questi mesi ci sia rispetto da parte dei titolari di strutture private e possiamo permetterci di chiedere a ognuno di loro di fare una riunione con i propri dipendenti (...). Fare l'elenco dei dieci-venti imprenditori che uno chiama sul piano dell'amicizia, sul piano del rapporto personale, dell'amministrazione, al di là di tutte le questioni: per cortesia, fai questo lavoro, dimmi (...) quanti voti porti. Se non vuoi dare una mano, massima libertà, però massima chiarezza tra di noi.»

Ci si è limitati a riportare solo alcune delle gravissime affermazioni di De Luca...  [chiediamo] se il Governo, a fronte delle gravi affermazioni del presidente De Luca, non intenda intraprendere iniziative, nell'ambito della propria competenza, volte a contrastare ogni possibile forma di istigazione al voto di scambio, garantendo altresì la massima trasparenza sulla destinazione e sull'utilizzo di risorse finanziarie, anche europee, in favore della regione Campania e di enti territoriali compresi nel suo territorio."

 

Insieme a questa interrogazione ne è stata presentata un'altra a firma Russo, Carfagna e altri sullo stesso argomento, contenente però ulteriori informazioni sulla vicenda:

"... De Luca concludeva poi con un apprezzamento dell'opera clientelare gestita dal sindaco di Agropoli, peraltro escluso dalle liste elettorali proprio dal Pd e pur tuttavia nominato suo consigliere, indicandolo come prototipo positivo dell'amministratore clientelare, sollecitando gli altri a seguire il suo esempio, portando al voto i cittadini (almeno 4.000 elettori per ciascun comune).

Avrebbe inoltre istituito un apposito servizio presso la sua segreteria per ricevere i numeri «di obbiettivi garantiti» di elettori che ogni singolo amministratore «porterebbe» a votare, invitando ogni amministratore a soprassedere rispetto alle attività ordinarie dell'ente per dedicarsi unicamente a questa sorta di riffa..."

 

Questa la replica del ministro dell'Interno Alfano alla prima interrogazione:

Signor Presidente, questa interrogazione, così come la successiva, ci pongono di fronte all'antico quesito del confine tra l'attività a sostegno delle proprie idee politiche di incitamento alla campagna elettorale e all'utilizzo legale delle risorse che vengono assegnate ai territori e il tema del clientelismo o addirittura del voto di scambio.

Io credo che sul clientelismo il giudizio può essere politico, può essere morale e non sta a me darlo in questa sede; sull'aspetto potenzialmente di rilievo per altri organismi non sta a me. A me sta a dire due cose: la prima, onorevole Scotto, è che ciascuno fa la campagna elettorale dentro il perimetro della legge con gli argomenti che ritiene di potere usare, ma le procedure di spesa sono quelle che sono previste dalla legge, cioè qualunque finanziamento fosse evocato, o sia stato evocato nelle parole del presidente della regione non è nella disponibilità, diciamo completa o totale, senza vincoli procedurali, degli amministratori locali o degli amministratori regionali.

Tutto quello che è previsto nel Patto per la Campania – e si tratta di miliardi di euro – è sottoposto a un iter procedurale, ad un iter legale che è la cornice dentro la quale avviene la spesa pubblica e non potrebbe essere diversamente, perché ogni spesa pubblica risponde a un indirizzo programmatico, ad un impegno che è stato ufficialmente dichiarato e al tempo stesso a un sistema di regole che sono quelle previste dalle leggi.

Dunque non è sganciata la spesa dalle procedure e, da questo punto di vista, la cosa che mi preme molto sottolineare è che il trasferimento effettivo e l'impiego delle risorse stanziate con il Patto e soggette alle procedure, vedono anche il coinvolgimento per l'Agenzia della coesione territoriale, del Ministero dell'economia e delle finanze, con un sistema molto stringente di monitoraggio e controllo, ed è prevista anche la supervisione di un Comitato di indirizzo e controllo che, tra gli altri compiti, ha quello di raccogliere tutti i dati relativi agli obiettivi e alla realizzazione del Patto con la successiva informazione ai cittadini attraverso il sistema degli open-data.

Voglio ricordare che al sistema dei controlli concorre anche l'autorità nazionale anticorruzione con cui io stesso ho siglato, nel luglio del 2014 e nel gennaio del 2015, due linee-guida per avviare un circuito stabile e collaborativo tra l'ANAC e le prefetture, per cui io credo di poter dire con grande chiarezza che le parole del Presidente De Luca si iscrivono nell'ambito di una campagna che lui ha voluto promuovere, con degli amministratori locali, ma che, dal punto di vista sostanziale, la spesa pubblica – come è ovvio e naturale che sia – è sottoposta a rigide regole di erogazione della spesa e al tempo stesso di monitoraggio e controllo molto articolato.

 

Questa la replica del ministro dell'Interno Alfano alla seconda interrogazione:

"Onorevole Russo, io le rispondo dicendole che è compito del Governo garantire la trasparenza nella erogazione della spesa pubblica. Le modalità delle campagne elettorali vengono giudicate dagli elettori, e, se sforano il perimetro della legge, da altri organismi.  Il giudizio politico-morale non appartiene né a me, né alla circostanza in cui parlo, ossia la risposta ad un question time.

Ma lei sa bene, essendo un parlamentare di lungo corso, che durante le campagne elettorali agli amministratori si dice, ed è abbastanza naturale dirlo: noi ci impegniamo a favorire il tuo territorio e a favorire la spesa nel tuo territorio, e non mi pare che questo sia mai stato considerato un crimine contro l'umanità.

La cosa che noi faremo è ovviamente, oltre a controllare le procedure di spesa e a monitorare la spesa, come facciamo non in Campania, ma ovunque, in base ai protocolli con l'Anac, in base a tutto quello che esiste in termini di sistemi di prevenzione delle infiltrazioni...

Mi riferisco al testo scritto della sua interrogazione: presidieremo i seggi (sono 61 mila) con le nostre forze di polizia e con tutto quanto è previsto dal sistema delle regole, per garantire la libera manifestazione del pensiero, finché è consentito dal punto di vista del timing della campagna elettorale, ossia fino alla chiusura del venerdì sera, e poi la libera espressione del voto durante la domenica.

Suppongo che il clima elettorale abbia ulteriormente riscaldato gli animi, ma invito anche a considerare il fatto che nessuno è dominus indipendente della spesa pubblica: la spesa pubblica è sottoposta a rigorose procedure di erogazione, ad altrettanto rigorose procedure di monitoraggio durante la sua spesa, appunto, e a procedure di controllo a valle; non esclude, tutto quello che ho detto, anche un sistema di controllo preventivo anti-infiltrazioni attraverso la DIA, le prefetture e attraverso l'Anac. Quindi è tutto monitorato, tutto controllato: la spesa pubblica risponde a procedure di legge.

Io non credo che al presidente De Luca tutto questo sfugga, e credo che quello che ha fatto il presidente De Luca, ciascuno lo fa con il proprio linguaggio e con il proprio metodo, ma quel linguaggio lo ha portato anche a vincere, e noi siamo sottoposti alla sovranità popolare.

Io e lei sostenevamo un presidente, seppur da partiti diversi, che non si chiamava De Luca, quindi lo dico col massimo rispetto per il vincitore e nella consapevolezza che non ero nel fronte di chi lo ha sostenuto, ma ha vinto lui, e non era una persona diversa da quella di oggi. Credo quindi che il giudizio gli elettori lo abbiano dato molto recentemente, e continueranno a darlo in questa libera democrazia che noi esprimiamo nel nostro Paese."

 

Questo è quanto accaduto oggi in Parlamento: un ministro dell'Interno che si rifiuta di vedere i fatti per quello che raccontano, definendo quello che è un vero e proprio voto di scambio come metodo per fare campagna elettorale che ha pure portato De Luca a vincere. Quindi... bravo De Luca... continui così.