Nel fantastico mondo di Meloni le difficoltà, per i Meloni e per coloro che ne professano il verbo, non esistono. Perché se c'è qualcosa che possa disturbare i desiderata della cosiddetta Giorgia, lei o chi per lei cambia le regole, in modo da poter appianare qualsiasi "problemuccio".

È la democrazia de noantri... ma è così che adesso le cose funzionano.

Giorgetti (Lega) vuole cambiare - ancora una volta - le norme relative al Superbonus, rendendole pure retroattive. Giorgia applaude soddisfatta, ma Antonio Tajani (Forza Italia) non è per nulla convinto... tutt'altro.

Per dar seguito alla volontà di Giorgetti e Meloni c'è bisogno del via libera della commissione Finanze del Senato. Preso il pallottoliere e fatti due conti, per evitare sorprese, magicamente la maggioranza ha deciso di aumentare da 19 a 20 il numero dei membri della commissione.

Così, prima votare i subemendamenti al dl che prevedono la retroattività dello spalma crediti a 10 mesi e l'entrata in vigore della sugar tax a luglio di quest'anno, misure che incontrano la netta contrarietà di Forza Italia che aveva già annunciato il no in caso di mancate modifiche (che non sono arrivate), Fratelli d'Italia per garantirsi un voto in più, con la complicità dei suoi Presidenti di Commissione, ha preso uno dei loro in Commissione Giustizia (Salvatore Sallemi) e l'ha spostato in Commissione Finanze che, in tal modo, da 19 è passata a 20 membri.

Questo il commento del 5 stelle Stefano Patuanelli:

Alle 16 i componenti della commissione finanze al Senato della Repubblica passeranno da 19 a 20, nel disperato tentativo di non fare andare sotto il Governo sul dl Superbonus. È l'ultimo passaggio di una gestione folle, dilettantesca e antidemocratica; il Governo non ha alcuna idea di politica economica, punta solo ed esclusivamente a fare cassa su cittadini e imprese, calpestando ogni minimo principio di legittimo affidamento. Scandalosi".

Gli fa eco un altro pentastellato,  il senatore Mario Turco, vicepresidente del movimento e coordinatore del Comitato su economia, lavoro, imprese, e membro della commissione Finanze:

"Ormai siamo di fronte a una soap opera di bassissima lega. Dopo i litigi dei giorni scorsi sul Dl Superbonus, oggi ascoltiamo il ministro Tajani minacciare di non votare in Commissione finanze del Senato il provvedimento se resterà l'emendamento Giorgetti che prevede la retroattività parziale dell'obbligo di spalmare le detrazioni fiscali su 10 anni. Un momento dopo assistiamo a una maggioranza che, per evitare di andare sotto in Commissione, prova ad aumentare i membri della stessa Commissione finanze con un trucchetto da stazione ferroviaria. E Giorgetti ha ancora il coraggio di parlare di Superbonus come droga o come slavina. Qui l'unica slavina per gli italiani è l'Esecutivo Meloni. A pagare il prezzo di questo festival di dilettanti allo sbaraglio sono decine di migliaia di imprese e famiglie ed è in generale il Paese, privato della benché minima politica di investimenti per la transizione ecologica. Questo spettacolo pietoso fa cadere la maschera sull'unico programma che ha questo Governo in direzione dell'efficientamento energetico degli edifici: non far risparmiare in bolletta gli italiani, costringendoli a pagare l'energia più degli altri cittadini europei, tanto per continuare a strizzare l'occhio alla lobby del fossile; costringerli in alternativa ad efficientare le case mettendosi in braccio alle banche e ai loro esosi finanziamenti". 

Anche nel Pd si sono accorti che qualcosa non andava. Queste le parole del responsabile economico Antonio Misiani:

"Il blitz della maggioranza in commissione finanze Senato, con l'aggiunta di un senatore per evitare di finire sotto sul superbonus, è una forzatura da disperati allo sbando, che cercano di superare le proprie divisioni truccando le carte in corso d'opera. Senza scrupoli e senza vergogna!"

Il vero problema è che ci sia gente che fa finta che queste cose siano normali in un Paese governato da autodefinitisi conservatori, sostenuto in gran parte da gente che ha studiato sui banchi di Colle Oppio del fascistissimo MSI.