"Sul Ddl Zan, Letta apre alle modifiche, come noi avevamo suggerito quattro mesi fa. Bene così, è una scelta che apprezzo. Nessuno fortunatamente ha insultato Enrico, come invece in tanti hanno fatto con noi, quando avevamo posto il tema. La verità è che avevamo ragione: se vogliamo che la legge passi, vanno cambiati i passaggi più delicati. Nessuna polemica, nessuna rivendicazione: solo buon senso. Portiamo a casa la legge, possiamo farcela. Le polemiche lasciamole a chi vive di ideologia".

Questo è quanto dichiarato da Matteo Renzi nella sua ultima, cosiddetta, enews del 25 ottobre in relazione al ddl 2005, misure di prevenzione e contrasto della discriminazione e della violenza per motivi fondati sul sesso, sul genere, sull'orientamento sessuale, sull'identità di genere e sulla disabilità, che mercoledì prossimo dovrà essere discusso in Senato dopo essere stato approvato alla Camera.

Quello che Matteo Renzi e i parlamentari del suo gruppo si dimenticano però di ricordare è che alla Camera Italia Viva ha già votato il ddl Zan senza tanti problemi.

Ma dopo averlo votato, il partito di Matteo Renzi ha iniziato a proporre la necessità di un compromesso per andare incontro alle richieste di modifica della destra, facendo pertanto ventilare l'ipotesi che al Senato i voti per l'approvazione del ddl Zan non ci sarebbero stati.

E a mancare sarebbero proprio i voti di Italia Viva che, con il voto segreto sicuramente chiesto dalle opposizioni, farebbero mancare il sostegno alla legge per dimostrare che avevano ragione nel chiedere di raggiungere un accordo, al ribasso, per incontrare le richieste della destra, FdI e Lega, visto che all'interno di Forza Italia le posizioni non sono univoche in relazione al sostegno della legge.

Ma perché tutto questo? Per consentire a Matteo Renzi di far credere all'opinione pubblica di essere lui l'arbitro di ciò che accade in Italia. È lui che decide ciò che è possibile o non è possibile approvare in Parlamento. Inoltre, come sta già facendo, utilizza il quasi certo mancato appoggio alla legge da parte di Italia Viva per mettere in imbarazzo il Partito Democratico.

La mediazione inizierà nelle prossime ore e, secondo quanto dichiarato da Alessandro Zan, non potrebbe prescindere dal ritiro della richiesta di FdI e di Lega di procedere all'esame degli articoli della legge, il cui voto precederà la discussione e che, se la Presidente Casellati ne ravviserà gli estremi, potrebbe anche avvenire a scrutinio segreto. Ulteriore strumento in mano ai renziani.

Nel frattempo, il Pd ha lanciato un appello gli altri partiti, con il segretario Letta che durante la direzione odierna ha dichiarato:

"Voglio riaffermare l’impegno del Pd perché il Ddl diventi legge. Domani ci sarà un voto tagliola, richiesto da Fdi per affossare il ddl. L’appello che faccio a tutte le forze politiche è evitare questo che sarebbe uno schiaffo alla società italiana, che vuole che ci sia una risposta ai temi che il Ddl Zan pone".

In tutto questo, infine, non è possibile dimenticare e biasimare il comportamento di Letta che, invece di invitare Zan a trovare un accordo, avrebbe semplicemente dovuto ricordare a chi ha votato la legge alla Camera (Italia Viva) di fare altrettanto al Senato, facendo leva sul fatto che questo avrebbe influito sugli accordi politici in atto e su quelli a venire. Un "partitino" del 2% come Italia Viva, guidato da un lobbista imprenditore (senatore a scappatempo) non può condizionare le scelte politiche di un partito che ha il 20% dei consensi.

Quando Letta riuscirà a capirlo sarà sempre troppo tardi.