Gantz rinuncia al mandato e adesso Israele rischia di tornare al voto per la terza volta in 12 mesi
Mercoledì sera il leader del partito Blu Bianco, Benny Gantz ha telefonato al capo dello Stato Reuven Rivlin, che lo aveva incaricato di formare un nuovo governo, per informarlo che non esistevano le condizioni, rimettendo così il mandato ricevuto.
In base alle modalità procedurali di Israele, questo giovedì Rivlin informerà ufficialmente il portavoce della Knesset, Yuli Edelstein, della rinuncia di Gantz, rimettendo al Parlamento la possibile formazione di un nuovo governo. È la prima volta che accade nella storia di Israele.
La Knesset ha 21 giorni di tempo per formare un nuovo esecutivo il cui premier dovrebbe ottenere il consenso di almeno 61 parlamentari dei 120 eletti. Nel caso non sia possibile, gli israeliani saranno chiamati nuovamente al voto per la terza volta in 12 mesi!
Un eventuale candidato nominato dalla Knesset, invece, riceverebbe un formale mandato dal presidente Rivlin e avrebbe 14 giorni di tempo per dar vita ad una coalizione.
Quali siano adesso i possibili scenari per la formazione di un governo è riassumibile solo indicandoli con "infiniti". Pertanto, è inutile anticipare ipotesi in tal senso.
È più interessante, invece, conoscere le ragioni della rinuncia di Gantz.
Dopo aver rinunciato alla possibilità di un governo di unità nazionale con il Likud a causa di Netanyahu, che non ha voluto rinunciare a farne parte per evitare un eventuale rinvio a giudizio in relazione a tre diverse vicende che lo vedono coinvolto in reati di corruzione e truffa, sui quali la magistratura dovrà decidere nei prossimi giorni, Gantz ha tentato anche la strada di un governo di minoranza con l'appoggio esterno dei partiti arabi. Anche in questo caso, niente da fare per il rifiuto di Lieberman di farne parte.
In ogni caso, ad avvantaggiarsi di questa situazione sarà sicuramente Netanyahu che rimarrà a capo del governo fino a nuove elezioni e avrà più possibilità di tutelarsi a fronte delle iniziative dei magistrati, in considerazione anche del fatto che eventuali nuove elezioni non potrebbero tenersi prima di marzo 2020.