Politica

Nel ddl sicurezza approvato un emendamento leghista per impedire le proteste contro le grandi opere, si rischiano oltre 25 anni di carcere

Dopo aver fatto eleggere uno come Vannacci in un Parlamento, seppure quello europeo, Salvini non può essergli da meno e, pertanto, lo vuole dimostrare "a termini di legge".

Secondo il resoconto di fonti stampa registrate, nel ddl "sicurezza" approvato a novembre dal Consiglio dei ministri e ora in discussione nelle Commissioni Giustizia e Affari costituzionali della Camera, è stata approvata una proposta presentata dal deputato leghista Igor Iezzi, sottoscritta anche dagli altri partiti di maggioranza, in cui si afferma che chi protesti in modo minaccioso (!!!) o violento contro le grandi opere infrastrutturali, come il ponte sullo Stretto di Messina, rischierà oltre 25 anni di carcere!

È tutto? E come potrebbe!

Infatti, nel caso in cui un rappresentasse delle forze dell'ordine finisse sotto processo per aver malmenato il manifestante reo, lo Stato potrà anticipargli le spese legali (raddoppiate). 

In pratica, il genio leghista e gli altri geni della maggioranza del governo Meloni, hanno approvato un'aggravante generica che non specifica l'aumento di pena e quindi consente di innalzarla fino a un terzo (in base alle norme generali). L'aggravante va ad aggiungersi alle altre aggravanti già previste per lo stesso reato, in base alle quali – ad esempio – la pena va da 3 a 15 anni se la violenza o minaccia è commessa "da più di dieci persone", ed è aumentata fino a un terzo se il fatto è compiuto "nel corso di manifestazioni in luogo pubblico o aperto al pubblico" oppure "con scritto anonimo, o in modo simbolico".

Pertanto, se un attivista di fronte al cantiere di una grande opera protesterà in maniera minacciosa (qualunque cosa possa significare), insieme a di più di dieci persone, distribuendo volantini non firmati, potrebbe - teoricamente - essere punito con un massimo di 15 anni di carcere, più un terzo, più un altro terzo, fino a raggiungere oltre il quarto di secolo di pena.

Ma c'è da esserne contenti, perché in base alla prima versione dell'emendamento presentato da Iezzi la pena sarebbe stata ancora più alta.

Ovviamente il capitano Salvini, in cerca di medaglie e promozioni per raggiungere le vette ideologiche e intellettuali del generale Vannacci, non poteva che esultare a seguito di una BOIATA (ci sarebbero altri termini più adatti da dover utilizzare, ma molto meno eleganti) di tal misura e di conseguenza ha voluto comunicare la sua soddisfazione al popolo dei pari grado (in senso intellettuale) cui è solito rivolgersi, con il seguente post...

Inutile ricordare che se una simile assurdità diventerà legge, il presidente della Repubblica Mattarella, lo sesso che straparla di regole della democrazia guardandosi bene dal metterle in atto, la firmerà senza indugio e senza farsi tanti problemi. Se questi saltafossi del (post) fascismo avessero fatto altrettanto con Pertini presidente, già in questa fase dal Quirinale gli avrebbero fatto sapere che un testo simile sarebbe finito nel cestino dei rifiuti.

Dopo aver abolito il reato di abuso d'ufficio adesso la maggioranza che supporta il governo Meloni vuole mandare in galera con pene che possono superare i 25 anni di carcere chiunque protesti contro una grande opera.

C'è ancora qualche remora per non volerli definire (post) fascisti?

Autore Gino Tarocci
Categoria Politica
ha ricevuto 378 voti
Commenta Inserisci Notizia