Nel messaggio ai seminaristi francesi riuniti a Parigi, Francesco ricorda che la scelta celibataria è fondamentale nella vita e nel ministero dei sacerdoti e lo sarà sempre. Per il Movimento Internazionale dei sacerdoti sposati una nuova chiusura verso i preti sposati, grande risorsa per la Chiesa Cattolica.
Al centro dell'identità dei preti, «configurata al Signore Gesù, c’è il celibato. Il prete è celibe – e vuole esserlo – perché Gesù semplicemente lo era. L’esigenza del celibato non è innanzitutto teologica, ma mistica: chi può capire, capisca! (cfr Mt 19,12)». Con queste parole papa Francesco ha voluto ricordare ai seminaristi francesi il cuore di tutta la vita sacerdotale. Parole contenute in un messaggio inviato ai futuri sacerdoti francesi riuniti a Parigi e firmato, a nome dello stesso Pontefice, dal cardinale segretario di Stato della Santa Sede, Pietro Parolin. Oggi si sente parlare molto di preti, nota il messaggio, «la figura sacerdotale in certi ambienti è spesso distorta, relativizzata, a volte considerata subordinata».
«Non spaventatevi troppo - prosegue Parolin a nome del Papa -: nessuno ha il potere di cambiare la natura del sacerdozio e nessuno lo cambierà mai, anche se le modalità del suo esercizio devono necessariamente tenere conto degli sviluppi della società attuale e della condizione di grave crisi vocazione che conosciamo». In questo contesto, si legge ancora nel messaggio, «l’unica strada possibile per procedere nella nuova evangelizzazione richiesta da papa Francesco, affinché tutti abbiano un incontro personale con Cristo, è l’adozione di uno stile pastorale di vicinanza, compassione, umiltà, gratuità, pazienza, dolcezza, dono radicale di sé agli altri, semplicità e povertà.
Un sacerdote che conosce “l'odore delle sue pecore” e che cammina con loro, al loro ritmo. È così che il sacerdote toccherà il cuore dei suoi fedeli, guadagnerà la loro fiducia e li introdurrà a Cristo. Questa non è una novità, ovviamente; innumerevoli santi sacerdoti hanno adottato questo stile nel passato, ma oggi è diventato una necessità altrimenti non sarà credibile né ascoltato».
Nel messaggio, inoltre, arriva un grazie ai seminaristi per la loro scelta: «È infatti motivo di ringraziamento, di speranza e di gioia constatare che tanti giovani – e meno giovani – osano ancora, con la generosità e l’audacia della fede, e nonostante i tempi difficili che attraversano le nostre Chiese e le nostre società occidentali secolarizzate attraversando, si impegnano a seguire il Signore nel suo servizio e in quello dei fratelli», scrive Parolin a nome del Papa.
Fonte: avvenire.it