Venerdì, il premier incaricato Mario Draghi ha incontrato le delegazioni dei gruppi di Autonomie, Leu, Italia Viva, Fratelli d’Italia, Partito Democratico e Forza Italia. Sabato, Draghi ha incontrato le delegazioni di Lega e M5s e prima di sciogliere la riserva dovrebbe incontrare anche le parti sociali per poi fare un secondo giro di consultazioni con i partiti.

Chi lo appoggia? Forza Italia e Italia Viva incondizionatamente. Anche il Partito Democratico, più o meno, è sulla stessa linea, mentre Liberi e Uguali è pronta a sfilarsi nel caso in cui Draghi dovesse compiacere la Lega per averne l'appoggio.  E mentre Giorgia Meloni dice no, ma senza negare l'appoggio a provvedimenti di stampo sovranista, Matteo Salvini, invece, apre a Draghi, come ha annunciato dopo l'incontro odierno.

"Noi siamo a disposizione", ha detto dopo l'incontro con Draghi, descrivendolo come "una mezz’ora di confronto interessante e stimolante sull’idea di Italia che per diversi aspetti coincide".“Noi non abbiamo posto condizioni, né veti su persone, né su idee o movimenti" per poi aggiungere, un'istante dopo che "se gli pseudo-ambientalisti da salotto pensano che la plastic tax aiuti l’ambiente, non è l’idea nostra". 

Ma il sì di Salvini è condizionato da come il nuovo esecutivo vorrà agire e - anche se il leader leghista lo ha negato - anche dai nomi che saranno chiamati a metterne in atto i contenuti, precisando che "non siamo costretti a dire sì a tutti i costi o no a tutti i costi. La settimana prossima ci siamo impegnati a entrare nel merito. La settimana prossima potremo dire sì o no. ... Se saremo convinti, saremo per un sì convinto".

Successivamente è stata la volta della delegazione grillina, guidata da Beppe Grillo e Vito Crimi, con quest'ultimo che si è poi presentato davanti ai microfoni per riassumere i contenuti di quanto discusso con Draghi. 

Governo politico, per i 5 Stelle. Ma anche se Crimi non ha posto veti su chi lo sosterrà - è comunque difficile credere che possa accettare ministri riconducibili ad alcune forze politiche - il nuovo esecutivo non potrà però disconoscere quanto fatto dal precedente governo, almeno in relazione ad alcuni temi cari ai grillini, a partire dal reddito di cittadinanza. 

Pertanto, prima di un sì definitivo, i 5 Stelle vogliono conoscere da Draghi che cosa e come avrà intenzione di agire con il suo esecutivo. Non è chiaro neppure se i 5 Stelle chiederanno agli iscritti di esprimersi su Rousseau per un sì o un no a Draghi. 

Tra i grillini vi è già aria di scissione con l'ala dei "dibattistiani" che si era già detta contraria ad un governo Draghi, pertanto, almeno per non pregiudicare ulteriormente le divisioni interne al Movimento, un referendum tra gli iscritti appare inevitabile.

Adesso, la parola passa a Draghi, che dovrà dare una veste di credibilità alle ipocrisie, ben mascherate sotto il velo del presunto interesse per il bene supremo  della nazione,  messe sul tavolo dalle varie forze politiche i cui rappresentanti non hanno alcuna intenzione di ritornare al voto, visto che sono in molti a non aver garantita la sicurezza di una poltrona nella prossima legislatura.