Esteri

Continua l'altalena sui mercati della lira turca, nonostante l'intervento della Banca Centrale

In una nota di lunedì 13 agosto, pubblicata dall'agenzia TRT, si dichiara che "il ministro del Tesoro e delle Finanze turco, Berat Albayrak, ha sottolineato che i movimenti nei tassi di cambio indicano un attacco molto chiaro.

Albayrak, in un'intervista rilasciata a un giornale, ha detto che questo attacco, avviato dagli Stati Uniti, il più grande attore nel sistema finanziario globale, ha causato una situazione simile in tutti i paesi in via di sviluppo.

È un'intenzione malevola accusare l'economia turca di essere fragile, ha detto il ministro turco, che ha dichiarato che sta preparando un piano d'azione contro le fluttuazioni dei tassi di cambio.

Inoltre, ha aggiunto che i passi necessari saranno presi da oggi."


Quali siano questi passi, Berat Albayrak - che è anche il genero del presidente turco Recep Tayyip Erdogan - si è dimenticato però di farlo sapere.

In ogni caso, dopo tali dichiarazioni, la Banca Centrale turca ha messo a disposizione dei mercati nuova liquidità, abbassando le riserve in lira e valuta straniera richieste ai propri istituti di credito. Ciò è avvenuto dopo che nella notte la moneta turca aveva fatto registrate un nuovo minimo contro il dollaro.

L'intervento della Banca centrale consentirà di fornire al sistema finanziario turco liquidità fino a 10 miliardi di lire, 6 miliardi di dollari e l’equivalente di 3 miliardi di dollari in riserve auree. A ciò va aggiunta anche la promessa fatta alle banche turche di garantire loro tutta la liquidità di cui avessero bisogno in futuro.

Dopo queste decisioni la lira turca, che nella notte sui mercati asiatici era crollata a 7,24 contro il dollaro, ha invertito la tendenza e visto al rialzo la propria quotazione, anche se a fine mattinata oscilla comunque intorno a quota 6,9.


Nei primi otto mesi del 2018, la lira turca ha perso il 40% del proprio valore contro il dollaro, risentendo, oltre che delle condizioni economiche del Paese, anche dell'interferenza di Erdogan nelle decisioni di politica economica, per la sua contrapposizione alle scelte che avrebbe voluto prendere la Banca Centrale turca, favorevole ad un taglio dei tassi.

Ultimamente, a peggiorare la situazione finanziaria ed economica della Turchia si è aggiunto anche il deterioramento dei rapporti con gli Stati Uniti, sfociato in un aumento dei dazi Usa sulle importazioni di alluminio ed acciaio, dovuto anche a ragioni geopolitiche, in conseguenza delle ultime dichiarazioni di Erdogan nei confronti di Israele.

Autore Marco Cantone
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