In occasione dello sciopero dei servizi pubblici organizzato da Cgil, Cisl e Uil per il rinnovo della Pubblica Amministrazione, le tre organizzazioni sindacali hanno realizzato una serie di collegamenti da diverse piazze del paese "per scoprire dalla diretta voce delle lavoratrici e dei lavoratori pubblici le ragioni dello sciopero" proclamato quest'oggi.

Uno sciopero che la ministra della Funzione pubblica, la 5 stelle Fabiana Dadone, ha provato ad evitare convocando le rappresentanze sindacali per giovedì. Una convocazione che però è arrivata in ritardo, solo questa mattina, rendendo lo sciopero odierno ormai inevitabile. 

In compenso, la ministra Dadone è riuscita a far infuriare e non poco i sindacati con alcune dichiarazioni rilasciate in mattinata alla trasmissione radiofonica Radio Anch'io, tra cui questa: 

"Faccio fatica a comprendere questo sciopero in questo momento e con queste modalità. Da parte mia c'è la piena disponibilità al confronto sulla valorizzazione dei dipendenti pubblici che lavorano senza sosta".

Così i sindacati Cgil, Cisl e Uil della Funzione Pubblica hanno replicato alle parole della ministra:

"Riguardo alle sue dichiarazioni rimarchiamo che «dei 400 milioni in più, 270 a chi guadagna meno», è già così per effetto delle scelte che i sindacati hanno fatto nella tornata precedente, introducendo l’elemento perequativo. Lei non se ne era minimamente preoccupata e se non avessimo proclamato lo sciopero anche quelle risorse sarebbero state sottratte dalle buste paga attuali di tutti i dipendenti pubblici.

Inoltre, proseguono le organizzazioni sindacali, "rispetto alla convocazione, ricordiamo alla ministra che la responsabilità dello sciopero è di chi non ha trovato tempo dal 20 ottobre, giorno della proclamazione dello stato di agitazione, per incontrare i sindacati. Convocarci per il 10, quando c’erano molti giorni per avviare il confronto prima, è stata una sua scelta". 

Ancora, aggiungono, "a noi appare evidente che il messaggio che sta dando la ministra è chiaro: su stabilizzazioni precari, piano straordinario di assunzioni, sicurezza dei lavoratori e riforma innovativa del sistema di contrattazione, il Governo sta dicendo no alle richieste dei lavoratori". 

I sindacati rinfacciano alla Dadone di voler ridurre le ragioni dello sciopero alla sola questione economica, dimenticandosi dei nodi legati ad assunzioni, sicurezza e rinnovo del contratto. Problemi che riguardano gli organici della sanità, la stabilizzazione dei precari, i problemi legati alla sicurezza, la riforma del sistema di contrattazione...

Per i sindacati, quindi, "la discussione parte in salita e l’avvelenamento del clima, da parte della ministra, prepara tutti a un confronto teso".