Calma a Gaza, ma per Israele il cessate il fuoco non è ancora in vigore
Il governo provvisorio palestinese guidato dal primo ministro Rami Hamdallah martedì ha condannato i recenti attacchi israeliani alla Striscia di Gaza, sottolineando che sono la continuazione della guerra condotta da Israele contro il popolo palestinese nell'enclave assediata.
Il portavoce del governo Yousef al-Mahmoud ha esortato la comunità internazionale ad intervenire contro i raid aerei israeliani a Gaza, sotto assedio da 12 anni.
La precedente dichiarazione della Wafa fa seguito all'attacco portato ieri dall'esercito israeliano su Gaza in risposta ad un razzo che ha distrutto un'abitazione a nord di Tel Aviv e che sarebbe stato lanciato dalla Striscia.
Il cessate il fuoco negoziato dall'Egitto, annunciato ieri sera da Hamas e destinato ad entrare in vigore alle 22 locali, non è stato rispettato, tanto che da Gaza sono stati lanciati almeno 30 razzi verso il sud d’Israele fin dalle prime ore della notte, mentre l'aviazione di Tel Aviv ha proseguito con i propri raid.
Secondo quanto riportato dal quotidiano Haaretz, facendo riferimento ad una fonte dell'esercito, nessun cessate il fuoco è stato concordato con Hamas e, per tale motivo, l'attacco di Israele potrebbe continuare, anche se fino al primo pomeriggio non si segnalano ulteriori scontri.
Probabilmente, Israele attende le decisioni di Netanyahu, ripartito dagli Usa nella notte di martedì. Al suo arrivo in Israele ha fatto sapere che si recherà nel quartiere generale dell'esercito: «Daremo una risposta potente - ha detto il premier israeliano. - Hamas deve sapere che non esiteremo ad entrare a Gaza e a compiere i passi necessari», precisando che a guidarlo non saranno i suoi interessi elettorali (le politiche sono programmate per il 9 aprile), ma unicamente il bisogno di sicurezza dello Stato ebraico.