Politica

I primi giudizi sulla manovra del popolo, con la borsa che affonda e lo spread che sale a 280 punti

Mentre i due "capi" delle forze politiche che sostengono il Governo hanno iniziato la promozione dei provvedimenti della prossima legge di bilancio, ognuno in funzione delle promesse elettorali contenute nel proprio programma, vediamo come il provvedimento è stato accolto in Italia e all'estero.


Il commissario agli affari economici e finanziari della Commissione Ue, Pierre Moscovici, intervistato dalla radio francese ha commentato la nota aggiuntiva al Def approvata dall'Italia come di «un bilancio che sembra spingersi oltre i limiti delle nostre regole comuni.

Quando un Paese si indebita si impoverisce. Se gli italiani continuano a indebitarsi i tassi aumentano e il costo del servizio del debito aumenta.

È necessario continuare il dialogo con le autorità italiane, dicendo loro ancora una volta che il rispetto delle regole non lo fanno per noi, ma per loro. Quando un paese si indebita si impoverisce.

Se gli italiani continuano a indebitarsi sapete cosa succede? I tassi aumentano, il servizio del debito, cioè il rimborso del debito diventa più pesante e tutti i fondi che vi saranno destinati verranno sottratti ad altro... non bisogna togliere un euro alle autostrade, all'educazione e alla giustizia sociale.»


La Confindustria, non smentendo mai la sua politica filo governativa, tramite le parole del presidente Boccia ha dichiarato che «non è tanto importante lo sforamento di un punto ma i risultati che ne deriveranno grazie all'uso di risorse in termini intelligenti per il Paese.

Adesso vediamo nel merito. Il punto è: se questa manovra genererà dei risultati di minor debito pubblico e di più occupazione determina uno storytelling diverso nel quale si può fare più debito pubblico purché questo abbia un'attenzione a crescita economica, occupazione e meno debito. [Qualunque cosa abbia voluto dire, ndr!]»


È invece triste la Fornero, nonostante il suo nome sia all'ordine del giorno: «È triste vedere tutta questa esultanza nel momento in cui si caricano i giovani di nuovi debiti. Vedere l'esultanza candida e disarmante di chi carica il debito sulle spalle degli altri lo trovo un po' penoso!»

Questo è quanto ha dichiarato l'ex ministro intervistata mentre a Torino partecipava alle celebrazioni dei 120 anni dell'Inps.


Per il segretario del Partito Democratico Maurizio Martina, «quello del governo di Lega-Cinque Stelle non è cambiamento. E' ingiustizia. Che si abbatterà prima di tutto sui giovani. Perché un paese più indebitato è un paese più povero che decide di scaricare tutto sulle generazioni future.

Hanno deciso di spendere miliardi di euro a pioggia. Non esistono impegni concreti sul lavoro, sulla scuola, sulla sanità, sulla riqualificazione del territorio. Niente investimenti, solo spesa corrente. Una manovra pericolosa e ingiusta contro il futuro del Paese.

Una manovra iniqua per condonare gli evasori, fare assistenzialismo vecchia maniera, togliere risorse ai quartieri popolari, tagliare le tasse ai ricchi (pochi) e non dare NULLA agli altri (tanti).

Una manovra solo per ingrassare la loro propaganda di giornata. Quella che si ferma al minuto dopo e non pensa al domani.

Tanto paga ancora pantalone, tanto pagano ancora gli italiani. Sono ladri di futuro. E anche per questo Domenica saremo tanti in piazza a Roma per l'Italia.»


A dare un giudizio tecnico sulla manovra hanno contribuito i cosiddetti mercati. Intorno a mezzogiorno, la borsa perde il 3% con i bancari in grave sofferenza, mentre lo spread tra titoli decennali sul debito pubblico italiano e quello tedesco sale mestamente intorno a quota 280 punti. Probabilmente si tratta di una reazione di riflesso alla diatriba che ha visto il ministro dell'Economia Tria in contrapposizione ai vicepremier Salvini e Di Maio. I mercati speravano in una manovra più cauta e, non essendo stati accontentati, reagiscono sfruttando l'occasione per fare un po' di speculazione. L'importante sarà osservare l'andamento dello spread nei prossimi giorni.


Due considerazioni da fare a margine. La prima riguarda Tria. Dopo le sue dichiarazioni sulla necessità di servire prima di tutto gli interessi dell'Italia, visto che la soglia del deficit da lui indicata dell'1,6% sembrava dover essere invalicabile, sembravano scontate le sue dimissioni. Ma Tria è rimasto al suo posto e non ha finora rilasciato dichiarazioni che spiegassero o giustificassero questa sua adesione ai voleri di Salvini e Di Maio.


La seconda considerazione riguarda la Bce, o meglio quello che accadrà a Gennaio quando la Bce interromperà la politica di acquisto dei titoli del debito pubblico dei Paesi dell'eurozona. Un deficit meno aggressivo in manovra avrebbe posto meno attenzione sull'Italia da parte degli speculatori finanziari. Adesso, invece, oltre che dei titoli che la Bce ha in pancia e di cui da gennaio, teoricamente, dovrebbe iniziare a disfarsi, dovremo preoccuparci anche del fatto che quanto deciso dal Governo darà ai mercati una giustificazione in più per speculare sul debito pubblico dell'Italia. Su questo problema, però, l'entusiasta Governo del cambiamento non ha rilasciato alcuna dichiarazione.

Autore Piero Rizzo
Categoria Politica
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