In base all'ultima dichiarazione dei redditi è possibile effettuare una prima proiezione, in funzione delle anticipazioni fornite finora sulla sua applicazione, dell'impatto della flat tax. Di seguito sono riportate alcune valutazioni sui redditi delle partite Iva, che rappresentano per la Lega, anche in relazione agli ultimi sondaggi, una base elettorale non certo di secondo piano.

Prendendo gli ultimi dati del Mef, delle quasi 4 milioni di partite Iva presenti in Italia, quelle con un reddito fino a 20mila euro, che pertanto sarebbero escluse dai benefici della flat tax perché già pagano un’aliquota inferiore al 15%, sono ben oltre il 60% del totale.

Un 10% circa delle partite Iva ha un reddito reddito compreso tra 20 e 26mila euro e non avrà alcun vantaggio dalla riforma, perché già adesso paga un'aliquota intorno al 15% (il 15,2%).

Chi invece beneficerà della flat tax saranno le quasi 900mila partite Iva (circa il 20% del totale) che hanno un reddito compreso tra i 26mila euro e la soglia degli 80mila euro indicata da Salvini. Per costoro, più sarà il reddito dichiarato, più sarà ciò che risparmieranno nella dichiarazione dei redditi. Con un reddito intorno agli 80mila euro il risparmio sarebbe superiore ai 10mila euro.

Dalla riforma resterebbe fuori circa il 10% delle partite Iva che ha redditi superiori agli 80mila euro. Resta poi da capire come la riforma impatterà sui soggetti che hanno fonti di reddito provenienti sia da lavoro dipendente che da partita Iva.

Infine, c'è poi da considerare come la nuova legge potrà rispettare l'articolo 53 della Costituzione in cui è scritto che "Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva. Il sistema tributario è informato a criteri di progressività."