Primarie nel centrodestra siciliano, il caos regna assoluto.

Le elezioni per il rinnovo del Parlamento regionale in Sicilia si avvicinano sempre più.

Nel centrodestra, invece di delinearsi una strategia unitaria, che passa inevitabilmente per la scelta di un candidato Governatore condiviso, si creano i presupposti per una nuova frammentazione, così come avvenne nella passata tornata elettorale.

Mentre Nello Musumeci, leader del Movimento “Sarà Bellissima” è in campagna elettorale da tanto tempo, da oltre un anno, e spinge per la realizzazione delle primarie, i rimanenti Partiti di quella che dovrebbe essere la compagine da opporre a Crocetta e ai casaleggini, nicchiano e alcuni si dichiarano apertamente contrari all’ipotesi avanzata da Musumeci.

Nel momento in cui scriviamo questa nota nulla è stato deciso, e alla scadenza dei termini per la presentazione dei candidati alle primarie mancano una manciata di ore.

I motivi di questo rifiuto sono facilmente comprensibili e fondano su due punti determinanti.

Il primo è l’oggettiva difficoltà che avrebbe un qualsiasi candidato alle primarie a spuntarla contro il capo di Sarà Bellissima. Musumeci, infatti, lo dicevamo prima, ha iniziato la sua campagna molto tempo fa, girando in lungo e largo la Sicilia, creando ovunque comitati, coordinamenti, gruppi che lo sostengono con grande visibilità mediatica.

Ha, Musumeci, anche una spendibilità politica essendo, nell’immaginario collettivo, il modello del buon amministratore, tutti ricordano, infatti, la sua passata esperienza di Presidente della provincia catanese.

Il ruolo istituzionale ricoperto fino alle recenti dimissioni, quello di Presidente dell’antimafia, gli ha conferito prestigio e visibilità anche ben oltre i confini regionali.

Recentemente, come accennato, Musumeci, con una mossa a effetto, si è dimesso da tale carica, per rispetto nelle Istituzione, lui dice.

Tra l’altro Musumeci si dice aperto a ogni contributo possa arrivargli da chi è disposto a condividere il suo progetto, quest’atteggiamento, inclusivo, gli accresce le simpatie di molti Movimenti e associazioni che altrimenti non avrebbero spazio, e si troverebbero marginalizzati senza la possibilità di esprimere alcunché in termini di concretezza politica.

A tanto dinamismo gli altri Partiti non riescono a contrapporre nessun elemento altrettanto vivace, nessuna novità né in termini di uomini né in strategie.

Ed è questo il primo vero motivo della riluttanza a indire le primarie.

Ma c’è un altro motivo molto importante.

Se passasse la linea Musumeci, quella appunto delle Primarie per la scelta dei candidati da proporre a guida della coalizione, la cosa diventerebbe un pericolosissimo precedente che potrebbe condizionare le future strategie a livello di politica nazionale nel centrodestra.

E’ un rischio questo che Berlusconi non può correre.  Immaginiamo cosa succederebbe alle prossime elezioni politiche, Salvini, la Meloni, e quant’altri chiederebbero che lo stesso criterio adottato in Sicilia divenisse la regola per la scelta del candidato alla guida della coalizione.

E se Berlusconi, che è in difficoltà in ogni dove con FI, eccetto forse che in Sicilia dove ancora resiste una rappresentanza nutrita e ben attrezzata politicamente, se Berlusconi, dicevo, non riesce a imporsi qui allora per lui e per FI è veramente finita.

Lui è cosciente di ciò, ed è per questo che non permetterà mai che si facciano le primarie.

Questo suona come un vero tradimento rispetto a quanto stabilito tra le parti, Musumeci e gli altri Partiti, che in diverse occasioni avevano manifestato il consenso a tenere le consultazioni per designare chi dovesse guidare la coalizione. Forse non avevano fatto bene i conti, adesso terrorizzati dalla possibile, quasi certa, vittoria di Musumeci si tirano indietro e boicottano l’impegno assunto.

Vedremo come andrà a finire.

Noi della Fiamma siamo da sempre contrari alle primarie, siamo convinti che il Capo della coalizione debba uscire da un confronto tra le parti, basato sul programma e sulla dimostrata capacità di essere elemento catalizzante di tutte le componenti che concorrono alla formazione della squadra.

Le primarie, almeno come sono gestite in Italia, non danno nessuna garanzia e non sono per nulla espressione di democrazia, gli esempi che provengono dal PD e dai Casaleggini sono illuminanti. Brogli, elettori pagati per partecipare e sostenere questo o quel candidato, uso ad personam della competizione, per cui la stessa va bene solo se vince il candidato che va bene al capo supremo, sono solo alcuni dei motivi che ci portano a un’avversione delle Primarie.

Comunque è un problema che non ci tocca in prima persona.

In questa fase siamo spettatori, interessati ma spettatori.

Vediamo come si delineano gli schieramenti e particolarmente quello alternativo a Crocetta e ai Casaleggini.  Se verrà fuori uno schieramento seriamente alternativo, con una proposta politica sera, con un progetto politico che finalmente vada nella direzione degli interessi dei siciliani, allora la Fiamma potrebbe avere un ruolo nel tentativo di battere la vecchia politica, ma ci vorranno garanzie serie, assunzioni d’impegni forti, manifesta volontà di chiudere con una storia politica che riguarda, in negativo, la Sicilia da oltre settant’anni.

Ma bisogna far presto, il tempo a disposizione non è molto. I Problemi da affrontare sono molto impegnativi, non si può concedere ai nemici della Sicilia altro tempo. Dobbiamo operare tutti, ognuno con il ruolo che gli compete, a provare il rilancio di questa terra, che, oramai esangue, non può più aspettare.

Mario Settineri

Coordinatore regionale MSFT